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Prime vaccinazioni anti Covid nel Veneziano: «Serve un’adesione al 80-90% per bloccare la circolazione del virus»

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«Abbiamo bisogno di grossi numeri di vaccinati tutti assieme, anche in riferimento alle mutazioni del virus, perché più circola, più è probabile si modifichi all’interno degli organismi viventi. Se il virus non circola più, l’epidemia si chiude e si impediscono le variazioni. L’idea è vaccinare la stragrande maggioranza delle persone nel mondo in maniera che non ci sia movimento virale, l’80-90%». Lo ha spiegato domenica mattina all’ospedale dell’Angelo il dottor Luca Sbrogiò del dipartimento di Prevenzione, presente alla prima vaccinazione nell’azienda Ulss 3 cui si è sottoposto il collega, che è a capo della Medicina interna, il primario Fabio Presotto. Un’osservazione di un quarto d’ora, per il medico che si è sottoposto volontariamente alla vaccinazione, e per precauzione l’astensione da sforzi fisici per tutta la giornata. Com’è stato illustrato, gli effetti che il vaccino potrebbe generare sono circoscritti e riguardano il rossore nella sede del braccio interessata dalla somministrazione, un po’ di febbre o mal di testa. Le persone interessate dalla prima tornata sono 110 in Ulss 3 e una cinquantina in Ulss 4.

Ulss 3

«Una giornata storica – ha affermato il direttore dell’Ulss 3 Giuseppe Dal Ben – una luce in fondo al tunnel che si intravede nella battaglia che stiamo combattendo da febbraio scorso. Ma che non ci esenta dal continuare a mantenere comportamenti precauzionali contro il contagio e dal continuare a indossare la mascherina». Sono 21 mila in questa Ulss le persone da vaccinare in via prioritaria (ospedali e case di riposo), e sono 5.588 operatori degli ospedali pubblici, 1.438 operatori degli ospedali privati, 4.162 operatori della sanità territoriale, 4.606 operatori delle case di riposo e 5.303 ospiti delle residenze per anziani.

Ulss 4

Nell’azienda sanitaria Ulss 4, con l’iniezione effettuata sul braccio sinistro, il dottor Lucio Brollo, direttore del reparto Malattie infettive al Covid Hospital di Jesolo, è stato il primo a sottoporsi alla campagna vaccinale europea partita oggi, 27 dicembre, contro la diffusione del coronavirus nel Veneto orientale. «È una giornata storica, iniziamo a vedere un po’ di luce – ha esordito il direttore generale dell’Ulss 4, Carlo Bramezza – . Da oggi proseguiamo senza sosta con una media di circa 1.450 vaccini a settimana. Come da protocollo si inizia con il personale medico e sanitario, poi quello delle case di riposo, la popolazione fragile e poi il numero più elevato possibile di residenti. L’obiettivo è arrivare a completare la vaccinazione entro settembre 2021».

In Ulss 3 saranno circa 4.400 le dosi che arriveranno settimanalmente. L’ordine di priorità è il medesimo: dopo tutti i sanitari e le case di riposo (operatori e ospiti) sarà il turno degli operatori dei servizi pubblici, forze dell’ordine, e infine il resto della popolazione che Ulss 3 conta di vaccinare nel giro di qualche mese. Le modalità saranno: drive-through (persona da vaccinare in macchina e operatore all’esterno) o comunque saranno utilizzate palestre o spazi con capienza adeguata a garantire il distanziamento.

L’arrivo delle dosi

Le dosi di vaccino Pfizer-BionTech sono arrivate all’ospedale dell’Angelo di Mestre domenica mattina, da Padova, intorno alle 10.30-11. Sono state spacchettate e distribuite a Venezia, Dolo e Mirano, Chioggia e in Veneto orientale, sempre scortate dalla polizia di Stato. «Il vaccino è un pezzetto di Rna (che trasferisce l’informazione genetica dal Dna) del virus iniettato, che entra nelle cellule umane e stimola la produzione della proteina Spike, quella che permette al Covid di agganciarsi – ha spiegato i dottor Sbrogiò – L’organismo umano riconosce come non propria questa proteina Spike e prepara degli anticorpi, che quindi entrando in contatto con il virus, lo bloccano. Non può trasmettere alcuna malattia il vaccino. Appena si dovesse entrare in contatto con il Covid parte la memoria immunitaria dell’organismo che blocca l’infezione».

La seconda somministrazione

Il dottor Lorenzo Bulegato, direttore del dipartimento di Prevenzione dell’Ulss4, ha spiegato le modalità di effettuazione del vaccino che inizia con una raccolta dati del paziente, poi la prima iniezione all’altezza del muscolo deltoide del braccio e la seconda iniezione a distanza di 21 giorni. Il vaccino sarà efficace dopo una settimana dalla seconda somministrazione. Il vaccino dell’Aifa (Agenzia nazionale del farmaco), il nostro, è stato approvato dai 16 anni in sù. Non sono chiamate a vaccinarsi al momento le donne che aspettano un bambino.

Ministro e sottosegretario

«È stato particolarmente emozionante vedere arrivare nella nostra regione le prime dosi di vaccino – ha detto Federico D’Incà, ministro per Rapporti con il Parlamento – quella di oggi è una giornata storica per il Veneto e per l’intero Paese. I primi vaccini che oggi sono stati somministrati sono il frutto di un intenso lavoro da parte del governo e di tutta la maggioranza, con un piano ben organizzato e una collaborazione crescente tra gli Stati europei. Sarà fondamentale mantenere elevata l’attenzione e non abbassare la guardia, perché non possiamo permetterci errori: mi appello, quindi, al grande senso di responsabilità dei cittadini veneti dimostrato già fin dall’inizio della pandemia. Mi vaccinerò appena sarà il mio turno», ha concluso il ministro». «È un’azione dello Stato inedita per complessità e capillarità: mai nella storia si era vista una campagna come quella che è appena partita e che si svilupperà pienamente nei prossimi mesi – ha commentato il sottosegretario all’Interno Achille Variati – Una sfida dentro la sfida più grande della battaglia contro la pandemia e i suoi disastrosi effetti sanitari e socio-economici. Sappiamo che ci vorrà fino a dopo l’estate per riuscire a vaccinare la maggioranza della popolazione. Soprattutto, sappiamo che il nostro comportamento da qui ad allora determinerà quanti altri morti piangeremo in Italia. Ma quella di oggi è davvero una bella pagina, che è giusto celebrare e vivere come un momento di luce e di speranza».

Antonella Gasparini

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