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Il ‘Ponte della Libertà’, il simbolo della suddivisione Mestre-Venezia

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Il ponte della Libertà è un ponte di circa quattro chilometri che collega Venezia “isola” con la terraferma. E’ costituito da due ponti affiancati, uno stradale e uno ferroviario, realizzati in epoche differenti. Il ponte ferroviario è stato inaugurato l’11 gennaio 1846 (poi raddoppiato in larghezza intorno al 1970 per portare i binari da 2 a 4), mentre quello stradale, chiamato in origine “Ponte Littorio”, è stato inaugurato il 25 aprile 1933. Nel 1946, per effetto della rimozione dei richiami al fascismo, il nome divenne “Ponte della Libertà”.

Il Ponte è costituito da due corsie per senso di marcia affiancate da due larghi marciapiedi con funzione anche di pista ciclabile. La sede stradale ospita inoltre i binari della linea tranviaria che collega Venezia a Favaro Veneto.

Grazie alla sua posizione strategica, il Ponte della Libertà diventa subito un luogo ideale per ammirare la bellezza della Laguna di Venezia e della città storica già affacciandosi all’arrivo a Venezia. Durante l’avvicinamento al “finecorsa”, infatti, i visitatori possono godere di una vista spettacolare sulla città e sulle sue isole, come Murano e Burano.

Il Ponte della Libertà diventa a volte anche un luogo frequentato da ciclisti e pedoni, che possono percorrere i marciapiedi laterali per ammirare la vista sulla Laguna di Venezia. Esempio di come ingegneria e costruzione possano essere al servizio della bellezza e della storia, presenta una struttura e un design eleganti che ne fanno un’importante immagine iconografica della città di Venezia.

Il Ponte della Libertà non è, però, solo un importante collegamento viatico, ma anche un simbolo della storia e della tradizione veneziana. Questo ponte rappresenta infatti un punto di congiunzione tra la città storica di Venezia e la terraferma moderna. Di più, un simbolo di congiunzione ma anche di separazione tra Venezia e Mestre. Storicamente, infatti, Mestre ha vissuto la sua grande espansione urbana grazie ai residenti del centro storico di Venezia che erano costretti a lasciarlo. Ciò ha facilitato idealmente la formazione di barriere culturali tra le due “fazioni”.

Mestre era comune autonomo, quando nell’agosto del 1926 fu integrata al Comune di Venezia. Nel secondo dopoguerra ebbe un grande sviluppo urbano, anche grazie all’espansione della produttività delle fabbriche, e divento importante sede di quartieri residenziali, di servizi e di importanti realtà economico-produttive.

Ancora oggi il Ponte della Libertà rappresenta il simbolo di una demarcazione suddivisoria culturale di molti residenti di Mestre che, ormai abituati ad una vita più moderna fatta di comodi spostamenti in auto e ascensori, affermano: “A Venezia no ghe tornaria più…”, e di molti residenti storici di Venezia aggrappati ad una radicata percezione di nobiltà che fa affermare loro: “Deà del Ponte tutta campagna…”.

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14 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Gentile Redazione, se mi è permesso vorrei aggiungere qualcosa riguardo la separazione da parte dei residenti la città antica di Venezia dalla campagna che la circonda, ieri si sono svolte pe primarie per il nuovo segretario del PD, con la vittoria di Elly Schlein. Sono andati a votare un milione e poco più di persone, non sono molto interessato alla sinistra, ma si legge che ora la signorina in oggetto forte di questi pseudo voti vorra combattere duramente contro il Governo centrale per cambiare radicalmente alcuni punti che stanno molto a cuore agli estremisti che lei rappresenta e tutto quello che la maggioranza degli italiani non vuole, e lo ha espresso con il voto di Settembre, mandandoli tutti a casa. Vengo al punto, se poco più di un milione di persone lottano a torto o a ragione per far valere i loro diritti, possono quasi 50 mila residenti in Venezia chiedere a gran voce di avere un Comune autonomo, staccato dalla terraferma ? anche se è la quinta volta che viene ri-proposto, quante volte i partiti e i politici possono cambiare idea e passare da uno schieramento all’atro ? non c’è un numero di volte, quindi perchè non si può chiedere per sesta volta ai cittadini questa volta solo veneziani di scegliere da chi vogliono essere governati, non devono partecipare al voto chi abita a Mestre, se loro sono contenti si tengano l’attuale Sindaco e tutta la Giunta, noi ( io ) chiedo un nuovo referendum per avere uno statuto speciale per Venezia, case in affitto solo ai veneziani, negozi in affitto solo ai veneziani, chiusura di tutti i centri commerciali in centro storico, tassazione zero per chi risiede tutto l’anno a Venezia, basta case per studenti, vadano a Mestre, le case devono servire per i veneziani che davvero sono costretti a lasciare la città per far posto ai foresti. Shylock the first

  2. Solo chi ha giocato da bambino in campo, ha vissuto e popolato le calli, i cinema, le ragazze, i suoi parenti di Venezia, avrebbe diritto di essere chiamato veneziano. Gli studenti universitari, i pendolari nati altrove, sono solo fumo che ci gettano negli occhi per non farci vedere come stanno riducendo Venezia

  3. Il ponte ferroviario, voluto dai dominatori austriaci, appena dopo la costruzione è stato teatro di bombardamenti durante l’insurrezione del ’48. Ne sono a testimonianza i cannoni sul lato destro poco dopo San Secondo. Non nato sotto una stella molto brillante, la parte stradale è stata costruita dai fascisti (ponte Littorio), neanche questa una paternità edificante. Adesso consente a migliaia di lavoratori di guadagnare in centro storico e spendere a Mestre, a milioni di turisti squattrinati di raggiungere la città. Noi veneziani in cambio possiamo raggiungere facilmente la terraferma (wow!).
    Aggiungo il devastante impatto ambientale che nessuno si sogna di sottolineare: ha letteralmente tagliato in due la laguna provocando interramento e deviazione di canali. Poi adesso vogliono fare le dighe sul canale dei Petroli così la laguna sarà divisa in tre. Siamo sicuri che quei cannoni ad imperitura memoria, con un po’ di manutenzione non possono ritornare a funzionare?

  4. Separazione dalla terraferma subito, chi è andato via da Venezia per qualsiasi ragione,non è più veneziano,diventa mestrino o noalese, non può andare in giro per il mondo e dire di essere di Venezia. Shylock the first

    • Ha tanta raggione! Come si può pretendere essere Veneziano ma essere nato già dalla 3. generazione a Mestre e altri luoghi fuori in terra ferma. Non sanno nulla di Venezia.Sono diventati passeggianti a ore per battere la noia nei loro paese.Vengano qui soltanto col telefono davanti il naso perché non sanno né anche dove si trovano e vanno adosso agli abitanti anziani e bloccano i ponti e le passamano di questi. Questi fanno l’affollamento di Venezia al pomeriggio e weekend bloccano le callette, campielli e bar per ubriacarsi.Non guardano nessun museo, chiesa, mostre. Fanno coda alla libreria “acqua alta” senza comprare libri senza sapere che ci sono anche altre librerie e preziosi botteghe interessanti. Sono turisti fastidiosi senza programma solo con telefono in mano.

      • Bisogna muoversi e fare qualcosa.proporrei una marcia su Roma ….Roma deve fare una legge speciale per Venezia possiamo solo lasciare perdere gli amministratori locali e andare dai deputati di Roma. Basta referendum non servono a nulla a Mestre sono in tanti Venezia sono meno quindi deve partire dal governo a livello europeo e mondiale

        • Gentilissima signora Antonella Rossi, ma davvero crede che i deputati ( sic! ) siano migliori dei nostri amministratori locali ? il referendum serve se viene fatto solo dai veneziani della città antica, non devono votare i mestrini e i campagnoli, siamo noi che chiediamo il comune autonomo,siamo noi che abbiamo scritto sui nostri documenti nato e residente a Venezia, quarantamila persone che votano e hanno importanza in caso si andasse a votare, e nessuno potrà vincere senza il nostro voto. Shylock the first

      • Immagino l’Accademia, la scuola di San rocco o le altre, l’arsenale, la guggenheim siano pieni solo di veri veneziani delle isole, come le loro case piene di libri tutti già letti ‍♀️

        • Jo, cosa vuole che importi se Canova è nato a Possagno, o se Andy Warhol è nato a Pittsburgh, le nostre case purtroppo sono piene di foresti che vengono a Venezia solo per romperci gli zebedei, non avete ancora capito che non vi vogliamo, se lei ha letto tutto quello che vuole farci intendere, li deve rileggere attentamente tutti quei libri. Shylock the first

    • Ha perfettamente ragione. dobbiamo assolutamente separare Venezia da Mestre. Venezia deve essere autonoma come San Marino una cosa a sé. Basta adesso è ora di smetterla Venezia è Venezia Mestre è Mestre

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