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Alleanze per la guerra: Polonia offre aerei, Usa: “No, grazie”

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Proprio nel giorno in cui riprenderanno i corridoi umanitari, stanotte nuove sirene antiaereo hanno gettato di nuovo nel panico i residenti di Kiev.
La tensione resta altissima in Ucraina, con il presidente Volodymyr Zelensky che ieri ha anche annunciato di essere disponibile a trattare sui territori contesi, ma non alla resa.
A tenere banco, tuttavia, è anche il caso dei Mig-29 che la Polonia vorrebbe offrire agli Stati Uniti per poi girarli all’Ucraina. Un’iniziativa che, ha fatto sapere in nottata il Pentagono, non è “attuabile”.
La prospettiva di jet che partono da una base statunitense in Germania “per volare nello spazio aereo conteso tra Russia e Ucraina solleva serie preoccupazioni per l’intera alleanza Nato”, ha spiegato il portavoce John Kirby.
“Continueremo a consultarci con la Polonia e gli altri nostri alleati su questa questione e le difficoltà logistiche che pone, ma – ha concluso – non crediamo che la proposta polacca sia sostenibile”.

Procede, intanto, l’avanzata dell’esercito russo in terra ucraina.
La Guardia nazionale ha annunciato di aver preso il totale controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhia, già conquistata alcuni giorni fa.
Secondo quanto riferito da fonti russe, le 240 persone responsabili della sicurezza dell’impianto avrebbero deposto le armi.
Notizie che troverebbero conferma anche nelle parole del ministro dell’Energia ucraino, Herman Halushchenko, che ha denunciato episodi di tortura nei confronti del personale da parte delle forze armate russe.
“Secondo le informazioni in nostro possesso – ha scritto su Facebook -, gli occupanti hanno costretto la dirigenza a registrare un messaggio per utilizzarlo a fini propagandistici. Il personale è fisicamente e psicologicamente esausto”.

Sul piano diplomatico sembra invece in salita il tentativo da parte degli Stati Uniti di coinvolgere i leader di fatto di Arabia Saudita ed Emirati Arabi per costruire una coalizione internazionale per sostenere Kiev e frenare i prezzi del petrolio.
Secondo il Wall Street Journal, infatti, il principe saudita Mohammed bin Salman e lo sceicco degli Emirati Mohammed bin Zayed al Nahyan hanno rifiutato di parlare con Biden nelle ultime settimane, delusi dal debole supporto Usa nella guerra in Yemen e preoccupati dall’accordo sul nucleare iraniano.
E intanto anche Condè Nast, editrice di numerose riviste di spicco come Vogue, GQ, Architectural Digest e Glamour, ha deciso di sospendere le sue pubblicazioni in Russia dicendosi “scioccata e orripilata dalla tragedia della crisi umanitaria”.
Il comunicato cita le nuove leggi sulla censura del governo russo, che “rendono impossibile continuare in questo modo”.
Anche uno dei più grandi colossi di cosmetica al mondo, l’Oreal, ha annunciato che chiuderà temporaneamente i propri negozi e i punti vendita gestiti direttamente nei grandi centri commerciali in Russia, nonché i suoi siti di e-commerce. Lo riferiscono i media internazionali sottolineando che la decisione segue quella di altri importanti investitori e grandi aziende che operano in Russia.
“Condanniamo fermamente l’invasione russa e la guerra in Ucraina, che sta causando così tanta sofferenza al popolo ucraino”, ha affermato la compagnia francese in una nota.
Lunedì un altro gigante dei cosmetici francese, Estee Lauder, aveva annunciato che chiuderà tutti i negozi in cui opera in Russia e interromperà le forniture ai rivenditori locali. Il gruppo, che comprende marchi come Michael Kors, DKNY, Clinique e Bobbi Brown, è presente nel Paese da circa 30 anni.

E i russi dovranno anche bere meno birra per un po’.
Heineken ha infatti interrotto la produzione, la pubblicità e la vendita di birra in Russia. Lo scrive Bloomberg citando una dichiarazione dell’azienda olandese produttrice di birra che valuterà opzioni strategiche per il futuro delle sue operazioni russe.
Infine, Italia Independent Group ha deciso “su precisa indicazione del presidente Lapo Elkann, in segno di piena e totale solidarietà con il popolo Ucraino, di sospendere con decorrenza immediata la distribuzione dei propri brand Italia Independent, Laps, CR7 eyewear e Hublot nel territorio della Russia”. Lo rende noto un comunicato della società.
“La decisione di sospendere qualsiasi relazione commerciale con la Russia deriva dal volere dare concretezza alla vicinanza, mia personale e di Italia Independent, al popolo ucraino”, commenta Lapo Elkann fondatore e presidente di Italia Independent, aggiungendo che “con Fondazione LAPS mi sono già attivato per fornire assistenza e supporto ai rifugiati costretti per via del conflitto ad abbandonare il proprio Paese. Spero dal profondo del cuore – conclude Elkann – che possa presto ritornare la Pace”. La sospensione dell’attività distributiva di Italia Independent Group si sostanzia nell’interruzione dei rapporti con la società di distribuzione russa che detiene l’esclusiva territoriale per i brand della società. Italia Independent “auspica che al più presto cessi ogni attività bellica e che si possa raggiungere un accordo di pace basato sul rispetto dei valori di democrazia e autodetermninazione dei popoli”.

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