Fermato a Mestre un cittadino albanese di 24 anni, B.R., che avrebbe partecipato alla preparazione di alcuni attentati commessi il 10 febbraio scorso a Tirana ai danni di una farmacia di proprietà del padre del Ministro dell’Interno albanese Saimir Tahiri, e della stazione degli autobus della capitale albanese, con bombe attivate grazie a un telefonino.
Il 22 e 24 febbraio 2014 era stato fermato insieme a due suoi connazionali, un anno prima che il tribunale di Tirana emettesse (il 25 febbraio 2015) un mandato di cattura internazionale per i reati di attentato con finalità di terrorismo e partecipazione ad associazione criminale.
È stato comunicato dal Viminale che probabilmente B.R. è ancora in contatto con due cittadini albanesi: un 22enne residente a Mestre regolare in Italia, ma con precedenti per uso di documenti falsi ed un 19enne, residente a Venezia, regolare in Italia e con fedina pulita.
Ad aggiungersi alla preoccupazione per il presunto terrorista albanese, anche il timore che arrivi A.D., siriano 41enne, già presente nella lista dei foreign fighters censiti a livello internazionale. Il siriano, già residente in terraferma, sarebbe andato a combattere in Siria più volte, entrando nel suo Paese anche dal confine turco ed ora potrebbe fare ritorno in Italia dalla Svezia.
Dal Viminale il procuratore anti-terrorismo Adelchi D’Ippolito, vuole rassicurare tutti dicendo: «Non c’è alcun motivo di allarme, il livello di attenzione è massimo e al momento non c’è alcun riscontro specifico».
Sara Prian
07/05/2015
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