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Pensioni: spunta “Ape Donna”. Verso “Quota 103” ma niente 41

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Pensioni: spunta “Ape Donna”. Si va verso una conferma di “Quota 103” ma niente “41”. Il capitolo previdenziale è una delle parti più importanti della prossima legge di bilancio. Mentre il lavoro sulla manovra procede con cautela, il focus principale sembra essere sulle pensioni e sulle riforme connesse.

Ape Donna

Tra le proposte in cantiere, spicca l’ipotesi dell’Ape Donna, un’Ape sociale agevolata al femminile. Questa misura permetterebbe alle donne di accedere all’indennità di accompagnamento verso la pensione già dai 61/62 anni, invece dei 63 attualmente previsti. Questa opportunità sarebbe destinata alle donne in situazioni di disagio, come licenziate, con invalidità almeno al 74%, caregiver o impegnate in lavori gravosi.
Inoltre, si aggiungerebbe uno sconto di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni. Questo potrebbe segnare la fine dell’Opzione Donna, precedentemente oggetto di restrizioni.

Previdenza Integrativa per anticipare l’uscita dal lavoro dei più giovani

L’idea di permettere ai lavoratori più giovani di utilizzare la previdenza integrativa per raggiungere la soglia minima e ritirarsi già a 64 anni è stata avanzata. Questo riguarderebbe coloro che hanno cominciato a versare dal 1996 ed è quindi completamente nel sistema contributivo.

Quota 103 e ‘Quota 41’ piena

La manovra sembra limitarsi alla proroga di Quota 103, che richiede 62 anni di età e 41 di contributi. Non ci sarà la possibilità di raggiungere la tanto discussa ‘Quota 41’, che permette di andare in pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età. Tuttavia, il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon promette che questo rimane un “obiettivo di legislatura”.

La situazione

La politica monetaria restrittiva della Banca Centrale Europea ha rallentato la crescita economica, secondo il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Questo ha implicazioni finanziarie significative, con il rialzo dei tassi che significa “14-15 miliardi in meno” per un paese indebitato come l’Italia. Il negoziato sul nuovo Patto di Stabilità influenzerà anche la manovra, con l’Italia che fa pressioni affinché gli investimenti siano esclusi.

La prossima legge di bilancio prorogherà il taglio del cuneo fiscale. Tuttavia, la possibilità di una riforma dell’Irpef con l’accorpamento dei primi due scaglioni con un’unica aliquota al 23% dipenderà dalle risorse a disposizione, al fine di evitare che i benefici del taglio contributivo siano vanificati dalle tasse.

La natalità è un altro tema importante, con il governo che sta considerando aiuti per le famiglie con almeno 3 figli, bonus per il secondo figlio e sgravi per le mamme che lavorano.

A margine, vi è anche la questione della tassa sugli extraprofitti delle banche, con la necessità di bilanciare le esigenze delle istituzioni finanziarie e della società.

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