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Pensione anticipata: arriva la “stretta”. Tutte le novità

Pensioni, le novità. Cambiano le modalità per la "pensione anticipata" , criteri più stringenti con la "Quota 194" e "Opzione donna".

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Pensione anticipata: arriva la “stretta”: Quota 104 con penalizzazione e finestra di uscita più lunga. Ape sociale confermato ma solo dai 63 anni e 5 mesi di età. Opzione donna ancora possibile a 61 anni (invece di 60) solo per la limitatissima platea dello scorso anno. E ancora una mini-stretta sulle pensioni dei dipendenti degli enti locali e degli insegnanti e l’ulteriore taglio alla rivalutazione delle pensione alte.
Come ampiamente previsto il capitolo previdenza della legge di Bilancio concede poco a pensionandi e pensionati, mentre al contrario permetterà allo Stato di realizzare significativi risparmi, che nel 2024 ammontano ad oltre un miliardo.

Andare in pensione anticipata sarà dunque più difficile. La stretta sulle pensioni decisa dal governo con la manovra 2024 allunga i tempi per l’uscita dal mondo del lavoro.
Rimane una certa diversificazione a seconda delle categorie dei lavoratori, ma i requisiti sono sempre più stringenti.

QUOTA 104 CON PENALIZZAZIONI

Si potrà andare in pensione anticipata ma più tardi, con almeno 63 anni di età (erano 62 nel 2023) e 41 anni di contributi e in più con una riduzione dell’importo relativo alla quota retributiva.
Si allungano, inoltre, le finestre per uscire una volta raggiunti i requisiti, da tre a sei mesi per il privato e da sei a nove mesi per il pubblico.

PENSIONI ANTICIPATE: UNA STRETTA

Dal 2025 potrebbero non bastare più 42 anni e 10 mesi di contributi oltre ai tre mesi di finestra mobile per l’accesso alla pensione anticipata indipendentemente dall’età (41 anni e 10 mesi per le donne.
Anticipato dalla fine del 2026 alla fine del 2024 il periodo nel quale non sono previsti adeguamenti alla speranza di vita

L’IMPORTO MINIMO PER L’ANTICIPO DELLA PENSIONE SALE

Per i lavoratori in regime contributivo sale l’importo minimo maturato necessario per poter accedere alla pensione tre anni prima dell’età di vecchiaia. La soglia, a fronte di almeno 20 anni di contributi versati, sale da 2,8 a 3,3 volte l’assegno sociale. In pratica, secondo i valori riferiti al 2023 da 1.409 euro a 1.660.

L’APE SOCIALE RESTA MA SALGONO I REQUISITI

L’ammortizzatore scatterà a 63 anni e cinque mesi, non più a 63 anni secchi. Stanziati per il prossimo anno 85 milioni, che salgono a 168 milioni nel 2025.

OPZIONE DONNA: UN ANNO IN PIU’

La misura è riservata alle lavoratrici con 35 anni di contributi entro il 2023 e 61 anni di età (non più 60), requisito ridotto di un anno per ogni figlio fino a un massimo di due. Le categorie interessate restano quelle di disoccupate, caregiver o invalide almeno al 74%.

RIVALUTAZIONE ASSEGNI, TAGLIO AI PIU’ ALTI

Adeguamento pieno all’inflazione per le pensioni fino a 4 volte il minimo, sotto cioè 2.000 euro circa, al 90% (dal precedente 85%) per quelle tra 4 e 5 volte il minimo, e al 22% (con un taglio rispetto al 32% delle norme in vigore quest’anno) per quelle più alte, ovvero sopra 10 volte il minimo, pari a circa 5.000 euro al mese.

RISCATTO PER I VUOTI CONTRIBUTIVI

Nel 2024 e 2025, i lavoratori in regime contributivo potranno riscattare i vuoti contributivi per un massimo di 5 anni anche non continuativi, adeguandoli ai periodi di lavoro.
I versamenti potranno essere effettuati in un’unica soluzione o in massimo 120 rate mensili, ciascuna di importo non inferiore a 30 euro.

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6 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Ennesima presa in giro. La riforma Fornero demonizzata in campagna elettorale ulteriormente peggiorata a discapito dei lavoratori che così andranno in pensione con 45 anni di contributi. Mai vista tanta incoerenza senza ritegno ma si doveva immaginare data l’incompetenza. Vergogna senza precedenti

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