Nave da guerra a Venezia, ormeggiata in Riva dei Sette Martiri: è questo lo “spettacolo” che da lunedì si presenta agli occhi di residenti e turisti in passeggiata. Il mezzo, della lunghezza totale di 147,7 metri, sfoggia cannoni e lanciamissili che lasciano ben pochi dubbi sulla sua destinazione bellica, ha suscitato curiosità ma anche preoccupazione in chi si è chiesto se la sua presenza sia legata o no alla guerra in Ucraina.
Si tratta della Luigi Durand de la Penne, cacciatorpediniere di 5.400 tonnellate varato dalla Marina Militare Italiana nel 1989 e attualmente assegnato allo Standing NATO Maritime 2, gruppo navale dell’Alleanza Atlantica nell’Europa del Sud.
Nel 1997 la nave ha completato la circumnavigazione del globo percorrendo 46.000 miglia e toccando 35 porti in 23 diversi paesi.
Tra le operazioni già svolte, si ricorda la Enduring Freedom nel mar Arabico nei primi mesi del 2002 oltre all’evacuazione nel 2006 di civili di varie nazionalità in fuga dai combattimenti di Beirut, in Libano.
La Luigi Durand de la Penne, con un equipaggio di 32 ufficiali e 345 sottoufficiali, vanta un ponte di volo di 25 metri oltre a un’aviorimessa di 18 metri in grado di ospitare due elicotteri. I suoi sistemi d’armamento comprendono un cannone 127/54 mm e tre a fuoco rapido da 76/62 mm, sei tubi lanciasiluri da 324 mm, un lanciamissili singolo per SM-2MR con gittata tra i 74 e i 150 km, uno ottuplo Albatros per Aspide oltre a 4 Teseo antinave e 4 Milas antisommergibile.
Ma la presenza della Luigi Durand de la Penne, al momento, non denota alcuna minaccia militare: la nave infatti accompagnerà la visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che sabato 7 maggio festeggerà i 60 anni della Scuola Navale Militare “Francesco Morosini” presenziando al giuramento degli allievi.
La cerimonia, che coinvolgerà 168 cadetti, vedrà una Piazza San Marco completamente off-limits con un ampio dispiego delle forze di sicurezza.
Una scelta che, al di là della ricorrenza, non piace a tutti, in particolare ai gestori del Caffè Florian, che dal 4 maggio si ritrovano il plateatico “nascosto” da un grande palco. “Non siamo contro le manifestazioni di piazza – aveva detto al Corriere il direttore Renato Costantini – ma chiediamo coinvolgimento: la programmazione si fa per tempo”.
Una struttura giudicata invasiva soprattutto per i suoi 10 giorni di permanenza, già impiegata mercoledì per le lauree di Ca’ Foscari mentre il caffè aveva scelto di restare chiuso. Per motivi pratici, quindi, è stato utilizzato anche per le cerimonie di laurea, evitando di montarne un secondo che avrebbe eccessivamente impattato sulla Piazza.
E sulla “mancanza di programmazione” è stato replicato che le date erano note da tempo, aggiungendo che ai bar coinvolti è stato concesso un allargamento del plateatico e che le uniche interruzioni saranno in vigore sabato durante la visita del Presidente della Repubblica.
Come si fa a non pensare ad una occupazione militare romana? Parliamoci chiaro, i cadetti provengono tutti da fuori regione, come gli insegnanti ed i militari della fregata. Arriva il presidente di roma e la città piega la sua Piazza d’onore, sacra al popolo Veneto, a ragazzini pronti ad un duro addestramento per garantirsi un lauto stipendio pubblico a vita.
Inchiniamoci e sacrifichiamo la Piazza e tutti gli altri simboli. Sarebbe da gridare SVEGLIA! Se non fosse troppo tardi. Oramai la posizione prona è diventata la postura del main stream. Refusi del ‘900 che la guerra cinicamente ci mette sotto al naso quotidianamente.