All’improvviso la notizia esplode come una bomba. Una ricostruzione dettagliata nel nuovo libro di Alan Friedman sui contatti tra Giorgio Napolitano e Mario Monti in vista della nascita di un possibile governo già nel giugno del 2011, sei mesi prima delle dimissioni di Berlusconi da Palazzo Chigi, cioè a dire come ci si preparava a esautorare Berlusconi. Un fatto esplosivo di cui ha dato anticipazione il Corriere.
La difesa dell’operato del presidente arriva da tutte le forze di maggioranza, e in particolare scendono in campo sia Enrico Letta che Matteo Renzi.
Mario Monti stesso cerca di limitare ora le conseguenze della sua intervista dell’epoca confermando solo che: «sì, nell’estate del 2011 ebbi dal capo dello Stato dei segnali: mi aveva fatto capire che in caso di necessità dovevo essere disponibile», ma è un’ammissione che peggiora la cosa cercando di offuscarla con una velatura di parvenza. Tanto più che il professore chiese consiglio a De Benedetti e a Prodi se doveva accettare.
Dal Quirinale arriva una ricostruzione dei fatti per spiegare che si tratta di «fumo, solo fumo», ma Forza Italia non sembra voler lasciar perdere l’ulteriore, nuova, prova di presunta interferenza del Capo dello Stato alla guida del Paese.
Forza Italia ha toni scandalizzati e chiede «chiarezza e verità» rispetto a quello che è stato — a seconda delle voci — un «complotto», un’operazione «illegittima», una «manovra contro la democrazia», anche se non arriva a sostenere, nel Comitato ad hoc che si è riunito per la prima volta ieri, la richiesta di impeachment del Movimento 5 Stelle, bensì «tempo» per approfondire la questione.
La Linea che potrebbe vedere alleati Forza Italia, M5S e Lega potrebbe andare a scontrarsi con la difesa del presidente del Consiglio (anche lui nominato dal Presidente della Repubblica) che parla di «tentativo di vergognosa mistificazione della realtà» e di «strumentalizzazioni in corso che tentano di rovesciare ruoli e responsabilità in una crisi i cui contorni sono invece ben evidenti e chiari», in cui stupisce «la contemporaneità di queste insinuazioni con il tentativo in corso da tempo da parte del M5S di delegittimare il ruolo di garanzia della presidenza della Repubblica». E Letta potrebbe trovarsi affiancato a Matteo Renzi, che prima di salire in serata al Colle definisce «inaccettabile l’attacco di queste ore contro il presidente Napolitano. Al capo dello Stato, che come sempre anche in quella circostanza agì nell’interesse esclusivo degli italiani, va la più affettuosa solidarietà delle democratiche e dei democratici».
Redazione
[11/02/2014]
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