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Mose di Venezia, Brugnaro fiducioso: “Siamo alla stretta finale”

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Mose di Venezia: Brugnaro ottimista: “Siamo alla stretta finale”.
Le parole del sindaco: “Voglio essere positivo, il Mose non è ancora finito, ma dovremmo essere alla stretta finale. Il dispositivo funziona e quando sarà terminato parleremo di manutenzione”.
Questo quanto detto oggi dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, a margine di un evento a Palazzo Ducale.
Per il primo cittadino con questo governo c’è stato un cambio di passo evidente, ma ora bisogna risolvere il problema della navi.
“Il porto di Marghera non chiude, – ha spiegato – è scritto nei decreti. Sono state prese decisioni e senza trionfalismi è quello che chiedevo io da sei anni”.
Porte aperte anche alle navi a Chioggia: “non vedo problemi, – ha aggiunto – a noi interessa che ci sia lavoro”. Intanto “il canale Vittorio Emanuele sarà oggetto di carotaggio, e sarà tenuto pulito il canale dei Petroli, dove ci sono alcuni problemi da risolvere, come quello delle frane che si sono verificate in passato e hanno impedito la navigazione. Io sono fiducioso”, ha concluso il sindaco.
Redazione
07/10/2021

Dello stesso argomento, articolo precedente correlato:
Sciopero delle maestranze del Mose durante prossimo test
Quando non resta che lo sciopero per rivendicare i propri diritti e manifestare in città l’umiliazione delle promesse non mantenute, i nodi vengono al pettine.
I dipendenti del Mose, circa 260, si sono riuniti in Assemblea a Ca’ Marcello, per rivendicare il mancato stipendio di luglio e agosto, e per scongiurare la minaccia del perpetuarsi della cassa integrazione: hanno tentato di fare il punto della situazione. E di reagire.
Esigono chiarezza dal Consorzio Venezia Nuova, Comar e Thetis rispetto una situazione che giudicano inadeguata e lontana dalle promesse, tanto da far maturare l’idea di impedire l’alzata del Mose previsto per la prima settimana di settembre.
Con senso di responsabilità i lavoratori e i sindacati, che non vogliono creare problemi alla città, sciopereranno durante un test, senza la condizione di alta marea.
I dipendenti conoscono la fatica del loro lavoro, se le paratoie del Mose si alzano, è anche perché ci sono delle braccia che le sollevano e mani che intervengono su tutti i problemi che possono nascere durante l’operazione meccanica.

Gli elementi di crisi, rilevati durante l’Assemblea, sono tanti e a ricordarli, oltre le quattro ore di sciopero, ci sarà un presidio davanti alle sedi istituzionali, dove i lavoratori sperano di potersi confrontare con i responsabili dei settori.
L’autunno è alle porte e la minaccia di alta marea è sempre presente nella mente dei veneziani che con la completa realizzazione del Mose potrebbero dormire sonni più tranquilli.
S’intrecciano questioni economiche (il Consorzio Venezia Nuova in presumibile liquidazione) e organizzative che richiamano l’urgenza di una guida e dell’assunzione piena di responsabilità istituzionali sul futuro del Mose.
L’anno scorso è stata emanata una legge che ha istituito l’Autorità per la laguna e con essa molte rassicurazioni sul fronte economico che garantivano il superamento delle questioni economiche, ma nulla è successo da allora.
Lavori fermi e controversie economiche tra il Consorzio e le aziende hanno bloccato i lavori di perfezionamento del Mose.
L’Autorità ideata dal Governo Conte, è uscita dall’orizzonte.
L’Autorità per la laguna di Venezia avrebbe dovuto gestire l’ultima fase di costruzione dell’opera pensata per proteggere Venezia dall’acqua alta, e curare la gestione e manutenzione una volta a regime.
Non solo: al nuovo ente sono state attribuite anche le competenze per la tutela della laguna di Venezia.

barriere del mose in fase di innalzamento nc
Le barriere del Mose non si alzeranno al prossimo test contro l’alta marea, a causa di uno sciopero del personale delle ditte.

L’anno scorso il Governo comunicava: «È prevista l’istituzione di un’Autorità per la laguna di Venezia, che assume le competenze riguardanti la salvaguardia della città di Venezia e della zona lagunare e al mantenimento del regime idraulico lagunare, tra cui la gestione e la manutenzione del MOSE, e quelle attribuite al Magistrato alle acque».
A questo punto, i segretari generali Ugo Agiollo (Cgil), Paolo Bizzotto (Cisl) e Igor Bonatesta (Uil), chiedono la convocazione di un tavolo permanente in Prefettura, esteso alla partecipazione di Comune e Regione al fine di riprendere i temi della salvaguardia della laguna e del destino dei lavoratori che stanno rischiando davvero troppo e che stanno pagando caro il prezzo dei ritardi e degli errori altrui.
È ingiusto e inaccettabile penalizzare i lavoratori che sono sempre stati estranei a tutte le forme d’illegalità che hanno caratterizzato la vicenda Mose.
Come pure è inaccettabile l’ignorare quel patrimonio di professionalità ed esperienze proprie dei lavoratori delle aziende.
Andreina Corso
27/08/2021

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