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Mose solo da bloccare, progetto scollegato dalla elementare realtà lagunare

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Mose; non solo un progetto da bloccare, ma una riflessione tecnica sulle responsabilità concettuali di una operazione sviluppata da un team di eminenti studiosi, totalmente scollegati dalla elementare realtà lagunare.

A chi conosce il fango lagunare,i problemi legati alla corrosione galvanica, all’agressività dei micro organismi lagunari, non potrà sfuggire che il test eseguito alla presenza del Sindaco Brugnaro è sembrata una rappresentazione farsesca.

Non è stata coinvolta la struttura posizionata a PUNTA SABBIONI, tra Lido e Treporti, verosimilmente bloccata sul fondo da incrostazioni, ma quella sita sulla bocca di Malamocco, con una serie di paratoie, nuove di pacca, sollevate con grande successo e apprensione.

Siamo qui a gridare basta! Italiani basta!
Come gridavano i soldati austriaci, nel film “Uomini Contro” di Rosi, ai soldati italiani quando venivano mandati a morire, protetti da armature anti proiettile, ideate dall’ing. Farina Ferruccio, probabilmente della stessa scuola di ingegneria italiana.

Siamo imbarazzati dalla pochezza tecnologica del nostro paese, senza parlare di quella morale!

Cordialmente.

Pietro Del Maschio

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11 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Inoltre, con l’attuale crescita del livello dei mari, il Mosè sarà completamente obsoleto, inutile e pericoloso…immaginatevi se si dovesse staccare una paratia, o parte di essa, corrosa dalla ruggine, magari a novembre, con la marea al massimo, spinta dalla forza della corrente o dal vento dentro la laguna…

  2. Servito solo per il solito magna magna, se ci fosse un po’ di giustizia in questo Paese lo si farebbe disfare a coloro che l’hanno fatto costruire (con materiali scarsi) pur sapendo che non avrebbe mai funzionato e che comunque c’erano alternative meno invasive, ad esempio il ripristino dell’antico confine della laguna

  3. Non capisco cosa c’è da commentare, l Italia, non si è fatta sfuggire l’ennesima occasione per fare la sua puntuale figura di m…… Il mare mangerà quella struttura sommersa. In Italia parlano in troppi, ogni volta che c’è da fare un semplice buco, scattano animalisti, ambientalisti, ecologisti, naturalisti, ecc, ecc. l’Italia con quella struttura ha messo una palla al piede a tutti i contribuenti, vedrete negli anni i costi di manutenzione x una struttura sommersa.

  4. Il Mose sembra far parte delle “idee non pensate”, cioè non strutturate, non industrializzate. I costi sono impossibili da immaginare tanto sono alti. Spero di sbagliarmi, ma mi fa pensare a un auto che viaggia solo utilizzando un costosissimo whisky scozzese.

  5. Non si possono spendere 6 miliardi di euro e poi dire che il Mosè è un opera da.. bloccare! Lo trovo contrario a logica e buon senso. Il Mosè a completato, mantenuto e messo in condizioni di funzionare. E la gestione va data al Comune di Venezia, non va lasciata a Roma.

  6. Riflessione semplice ma cruda dove i grandi soloni/baroni delle grandi opere dimostrano la loro TOTALE ESTRANEITA DALLA Realtà ma pensano e lottano per tenersi stretti i loro interessi personal/famigliari e di bottega

  7. Gli oppositori del Mose hanno sempre avvertito che
    l’opera, al netto della corruzione che si è portato dietro, avrebbe sconvolto il delicato equilibrio della laguna. Senza considerare che ,qualora funzionasse ,i costi di manutenzione sarebbero proibitivi!

  8. Non sono un tecnico, ma il mose mi ha sempre fatto venire in mente il film “amici miei” quando Tognazzi con gli amici raddrizzavano la torre di Pisa con grande professionalità e impegno… sopratutto nel dirottare il traffico… italiani!
    Penso inoltre che dia un suo pur modesto contributo all’acqua alta essendo che quando è a riposo non fa volume mentre se non ho capito male, per alzarsi si deve svuotare del corrispondente suo volume di acqua…!?!

  9. Lo dicevo sul Gazzettino e su Nuova Venezia piu’ di 20 anni fa in sintonia con Cacciari e Bettin. Ora non resta che salvare il salvabile per non perdere la faccia. Arnaldo De Porti. Giornalista Belluno Feltre

  10. L’idea e il progetto originari tesi ad inseguire un sogno secolare si sono trasformati nell’ incubo di un traguardo palesemente irraggiungibile. Venezia e i veneziani si rassegnino ad un decadimento inesorabile se non vengono sorretti da uno straordinario e umile sforzo di ripensamento globale per rimediare a decenni di smodata presunzione e folle consumismo affaristico autodistruttivo con cui si e’ voluto far convivere negli stessi fragilissimi canali le antiche gondole con le futuristiche meganavi da crociera.

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