Morto per infarto nella piscina di Sacca Fisola: non c’è responsabilità del personale della piscina nel decesso di un uomo di 77 anni. E’ stato il giudice a dirimere il fatto escludendo qualsiasi responsabilità del personale nella tragica morte di L.N., residente a Venezia, colpito da un infarto irreversibile mentre nuotava.
Il giudice per le indagini preliminari, infatti, ha deciso definitivamente di archiviare il fascicolo d’indagine aperto dalla procura, ritenendo che non sia possibile muovere alcuna accusa nei confronti dell’istruttore o dell’organizzazione per il decesso.
La decisione è stata quasi “automatica” in quanto era stato proprio il pubblico ministero a sollecitare l’archiviazione del caso per ben due volte.
Ad opporsi, i familiari della vittima, assistiti dai loro legali, che invece presumevano una qualche responsabilità nel decesso.
La tragica scomparsa dell’uomo risale al novembre 2019, quando il 77enne, durante una nuotata, si sentì male improvvisamente e perse conoscenza. Gli altri nuotatori presenti nella piscina di Sacca Fisola si accorsero del suo stato e gli prestarono soccorso tentando di rianimarlo ma senza successo.
L’istruttore in servizio era finito in qualche modo sotto accusa poiché aveva lasciato la piscina a fine turno senza informare il suo successore che il 77enne aveva esplicitamente chiesto, e ottenuto, il permesso di continuare ad allenarsi durante l’ora di nuoto libero, prima della chiusura dell’impianto.
L’indagine successiva ha però escluso qualsiasi responsabilità diretta a carico dell’istruttore. Inoltre, dall’indagine sarebbe emerso che l’uomo avrebbe dichiarato di godere di buona salute, mentre invece è stato scoperto che soffriva di problemi cardiaci.