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Mestre, donna urla e sbatte, interviene la polizia: positiva alla cocaina lei e la figlia di 9 mesi

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Mestre, donna urla e sbatte tutto in casa, le porte, i mobili, qualcuno chiama la polizia: è positiva alla cocaina lei e la figlia di 9 mesi. E’ una situazione incredibile quella che si sono trovati davanti gli agenti rispondendo ad una chiamata a Mestre, giovedì mattina, per le urla dirompenti di una donna in piena crisi di agitazione che disturbava i vicini. A peggiorare le cose, la verità: viene rivelato che non solo la donna è sotto l’effetto di droghe, ma sono state trovate anche tracce di cocaina nelle analisi della figlia di nove mesi che, a sua volta, piangeva.

L’escalation della situazione della droga desta preoccupazioni, portando a una riunione urgente del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, convocata dal prefetto Michele Di Bari dopo un colloquio con il capo della polizia Maurizio Masciopinto.

L’incidente che ha rivelato la drammatica verità sulla bambina si è verificato quando gli agenti di polizia sono arrivati, ​​intorno alle 10:00, sollecitati dalle segnalazioni dei residenti di un edificio vicino che continuavano a sentire urla e colpi provenire dall’appartamento. La donna urlava, sbatteva le porte e qualcuno ha raccontato che si metteva persino a cavalcioni sulle finestre.

Gli agenti di pattuglia sono prontamente intervenuti, riuscendo ad entrare nel locale dove hanno incontrato la donna, di trent’anni, molto agitata. Calmarla si è rivelato un compito impegnativo e, a causa del suo stato, è stato ritenuto opportuno chiamare i sanitari del servizio medico di emergenza (Suem), soprattutto perché in casa era presente la figlia di nove mesi della donna. Da segnalare che il compagno della donna in quel momento era fuori per lavoro.

Successivamente la donna è stata convinta ad essere accompagnata in ospedale e durante i primi accertamenti il ​​personale medico ha subito scoperto la presenza di stupefacenti nel suo organismo. Le successive analisi hanno confermato la presenza di cocaina. A questo punto sono stati condotti anche i test sulla bambina, rivelando purtroppo la presenza della stessa sostanza nel suo organismo.

Ora, le indagini di polizia, con l’assistenza di esperti, deve determinare come la droga sia potuta finire nel flusso sanguigno del bambino. Si è verificato durante l’allattamento o le mani della bambina potrebbero essere venute a contatto con la cocaina e successivamente avergliela portata alla bocca? O peggio?

In media, il test della cocaina rimane positivo fino a tre giorni nei neonati che sono stati esposti alla sostanza. Tuttavia, in caso di forte abuso di droghe, può rimanere positivo per alcune settimane. Al termine degli accertamenti presso l’Ospedale Angelo, la madre e il bambino sono stati affidati alle cure del compagno della donna. Tuttavia, la questione è tutt’altro che risolta, soprattutto considerando la presenza di un minore che necessita di protezione. Dei fatti sono stati informati i servizi sociali del comune e la procura.

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  1. All’ inizio degli anni ’90 era in vigore la legge della dose di droga giornaliera consentita. A chi veniva trovato in possesso di droga gli veniva sequestrata, portata nei laboratori d’analisi della Sanità pubblica che al tempo erano i Presidi multizonali di Prevenzione. A Venezia era in campo della Lana ora ARPAV a Mestre. Tutto questo per lo Stato era un costo enorme poiché il dopo era la denuncia alla Procura e via via. Ordine pubblico e Giustizia costano parecchio tanto allo Stato. Specialmente ora che manda 7.500 militari italiani in missione di PACE all’estero quando ci vorrebbero per militarizzare quest’Italia allo sfacelo, ed in contraddittorio manda per dovere di “Alleanza”(????), armi per sostenere altre guerre. Dicono i media che dai soldi ricavati dalla vendita della droga comprino armi. Così hanno pensato di togliere il reato per i tossicodipendenti, dissero che era per permettersi di curarsi e di entrare in comunità. Mi sembra che la tossicodipendenza ormai sia uno stile di vita, soprattutto la cocaina, un tempo appartenente al mondo patinato dei Vip. Perché un soggetto si droga? Per appartenere al mondo “patinato” della movida o per sfuggire ad un mondo perfido e crudele che non lascia spazio ai semplici? Loro conoscono le debolezze dell’ essere umano. Per contraddittorio togliere il reato del consumo di droga è consentire lo spaccio. O no? Insomma, inutile pubblicare i vari mega sequestri di droga per farci vedere che abbiamo uno Stato efficente mentre si lasciano le frontiere aperte per dovere morale e umanità e poi li vedi spacciare per le vie delle città. Lo Stato dovrebbe essere un “buon padre di famiglia” per i cittadini e non una “perfida matrigna”. La Costituzione e la legge la deve osservare lo Stato in primis. “A piena boca ve digo: – Che mondo de mxxxa!

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