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Mestre, arrestato spacciatore ricercato per rapina: aveva tolto un occhio a un uomo con un cacciavite

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Mestre, arrestato spacciatore di eroina ricercato per rapina: aveva tolto un occhio a un uomo con un cacciavite.

Nella serata di ieri 29 aprile, i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Mestre, coadiuvati nelle fasi esecutive dalle unità cinofile della Polizia Locale di Venezia, hanno tratto in arresto in flagranza di reato per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio S.N., marocchino di 45 anni, senza fissa dimora e ricercato per una condanna definitiva per rapina e porto abusivo di armi.

Era da diversi giorni che i carabinieri stavano monitorando i movimenti di un gruppo di tre persone, una coppia di italiani ed uno straniero che giravano attorno ad un appartamento nel centro di Marghera, in zona Piazzale Concordia, e quindi con facile accesso alla stazione ferroviaria.

Osservazioni e pedinamenti hanno consentito di individuare, pochi giorni, fa la base dei pusher, un appartamento al primo piano del palazzo e ieri sera è scattato il blitz.

I carabinieri, dopo aver seguito lo straniero per tutto il pomeriggio, arrivano davanti alla porta dell’appartamento e dopo aver cinturato l’area bloccano il sospetto ed entrano all’appartamento, di proprietà di un italiano che aveva “locato” una stanza al pusher insieme ad una ragazza originaria del Cadore.

All’interno dei locali sono stati rinvenuti, anche grazie all’ausilio di Lapo e Hadesz, i cani delle unità cinofile della Polizia Locale di Venezia, quasi due ettogrammi di Eroina, confezionati in quattro sassi conservati nel comodino della camera.

I sensibilissimi nasi a “tartufo” dei cani antidroga fiutano lo stupefacente nascosto che i militari hanno poi recuperato con tutto il materiale usato per il confezionamento delle dosi: bilancini, ritagli e rotoli in cellophane per la realizzazione delle classiche dosi da strada, nonché fiale di metadone, a testimonianza dello spessore e della qualità dell’offerta prospettata sul mercato dello spaccio dalla piccola ma ben organizzata cellula scoperta dai carabinieri.

Rinvenuti e sequestrati dai militari anche i classici bilancini fondamentali per la pesatura delle dosi, il coltello e i telefoni cellulari cosiddetti “dedicati” con i contatti dei vari clienti. Insieme al materiale, ad ulteriore testimonianza del livello dello smercio, sono stati rinvenuti circa 2.500 Euro, provento dell’attività.

Spaccio al parco Albanese di Mestre: straniero in prigione

La procedura di identificazione dello straniero ha permesso di fugare tutti gli alias da lui utilizzati in passato per dissimulare i precedenti con la Giustizia. Gli accertamenti in banca dati hanno permesso di appurare che l’uomo era anche ricercato per scontare una condanna definitiva per una efferata rapina ai danni di un connazionale, al quale aveva inferto un fendente all’occhio con un cacciavite, con successiva perdita dell’organo da parte del malcapitato.

Per il pusher straniero, dopo le formalità di rito e in considerazione della sua propensione al crimine, si sono aperte quindi le porte della casa circondariale di Santa Maria Maggiore, a Venezia, mentre la coppia di italiani è stata denunciata in stato di libertà, su disposizione dell’Autorità giudiziaria.

Gli investigatori sospettano che, a causa della qualità dello stupefacente sequestrato, la cellula fossa attiva nello smercio del pericoloso stupefacente tra i tossicodipendenti del centro di Mestre.

Le attività di contrasto al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti sulle aree sensibili della terraferma in atto da tempo proseguiranno senza sosta da parte dei Carabinieri della Compagnia di Mestre su tutto il territorio di competenza.

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