Intreccio tra mafia e politica, cresce l’allarme in Veneto. A confermarlo è “Schegge di Dark economy”, il terzo Quaderno dell’Osservatorio Ambiente e Legalità realizzato da Assessorato comunale all’Ambiente e Legambiente Veneto.
Contrariamente a quanto ritenevano gli organi inquirenti fino a poco tempo fa, ovvero che l’operatività delle mafie nel Veneto fosse funzionale soprattutto al riciclaggio del denaro piuttosto che ad un vero e proprio insediamento e a un tentativo di controllo del territorio, oggi i segnali di operatività non episodica sono numerosi. E ancora più evidente è l’intreccio con la politica.
Si apre con questa lucida analisi “Schegge di Dark economy”, il terzo Quaderno dell’Osservatorio Ambiente e Legalità realizzato da Assessorato comunale all’Ambiente e Legambiente Veneto, presentato questa mattina, al Municipio di Mestre, con una conferenza stampa alla quale sono intervenuti l’assessore comunale all’Ambiente e Città sostenibile, Gianfranco Bettin, il presidente di Legambiente Veneto, Luigi Lazzaro, «Schegge di Dark economy”, attraverso analisi e inchieste di esperti e giornalisti, analizza i fenomeni corruttivi e l’operatività dei soggetti criminali soprattutto alla luce dei legami con la politica.
“Le inchieste sulle grandi opere – ha spiegato il coordinatore dell’Osservatorio Ambiente e Legalità, Gianni Belloni – hanno svelato accordi collusivi tra imprese e organizzazioni criminali, che chiedono di essere cooptate dentro circuiti ‘protetti’ e legali. Spesso con l’aiuto di professionisti locali, le mafie si sono insediate stabilmente e in maniera continuativa nella nostra regione, attivando contatti e complicità con settori del mondo politico e imprenditoriale».
I casi analizzati riguardano l’edilizia, settore in cui nel Veneto le mafie sono attive da trent’anni; il traffico illecito dei rifiuti e l’evasione fiscale; il caso dell’impianto di biogas in provincia di Padova dove è stata riscontrata la presenza di sostanze pericolose usate poi per concimare il terreno; la gestione della logistica con il caso dei Magazzini generali di Padova; le infiltrazioni criminali nel mercato delle energie rinnovabili; il noto caso “Serenissima”, in cui una ditta di smaltimento rifiuti, dal Porto di Venezia, inviava in Cina plastica, già pregna di sostanze pericolose, da riciclare. La stessa plastica tornava poi in Italia sotto forma di giocattoli.
Infine il Quaderno si conclude con un’analisi sulla Commissione regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale (Via) e sulla modalità di nomina dei suoi componenti.
Redazione
[09/12/2013]
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