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Lido di Venezia, gli scandali e il bisogno di legalità

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Il noto scandalo del Mose ed ora la vicenda legata alle (per ora presunte) infiltrazioni della ‘ndrangheta al Lido non possono che confermare l’enorme bisogno – anche nel nostro territorio – di legalità e trasparenza, soprattutto nel campo degli appalti e delle nuove opere.
Legalità e trasparenza che ritengo siano state ben carenti al Lido ad iniziare da quello strano commissariamento esteso a tutta l’isola e a quella vicina della Certosa. Un Commissario della Protezione Civile (ma non c’era stato alcun terremoto o altra emergenza!) per portare a termine un nuovo inutile Palazzo del Cinema (cosa peraltro non avvenuta: esiste solo un gran buco nella terra e nelle finanze pubbliche) ma anche per far passare, senza il normale iter autorizzativo, progetti edificatori anche privati su terreni privati, come per il Parco delle Rose, proposto dalla società sotto inchiesta. Per “valorizzare” il Lido.
L’ex Commissario Spaziante aveva comunque istituito, benché non obbligatoria, una Conferenza di Servizi, in cui Comune, Regione, Soprintendenza, ecc. avevano sostanzialmente approvato i vari progetti, che per diversi motivi – cambi di proprietà, scarse risorse, ripensamenti – non sono stati poi neanche completati, con grave danno alla collettività, all’ambiente e anche all’occupazione (in particolare per quanto riguarda l’Hotel Des Bains).
Da notare che lo stesso Commissario aveva fatto presente che tale allargamento di poteri e territorio era stato richiesto (e orgogliosamente rivendicato) dal Sindaco Cacciari; il Presidente del Consiglio Berlusconi l’aveva prontamente accontentato.
Peccato che a denunciare tali storture e le pesanti criticità dei vari progetti siamo stati solo noi ambientalisti e pochi (troppo pochi) esponenti del mondo politico e della cultura.

Cristina Romieri
Venezia Lido

17/05/2015

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