Una delle tante segnalazioni che arrivano quotidianamente in redazione ripropone una questione affrontata qualche giorno fa e lo fa con un tono decisamente marcato.
“Spiaggia libera del Lido. Perché chiusa dalla polizia locale?”
La mail non contiene altri commenti, ma solo la foto in allegato e la disquisizione che ne deriva.
La questione non è banale, tanto più che contiene una sottile distinzione: “Spiaggia libera del Lido. Perché viene chiusa dalla polizia locale?”. Spiaggia “libera”, come dire: non siamo di fronte ad uno spazio privato che viene delimitato dalla proprietà in forza dei noti provvedimenti restrittivi, ma si parla di uno spazio pubblico che si potrebbe forse equiparare ad una strada pubblica. Nel rispetto delle prescrizioni previste, non è forse possibile transitare in una strada urbana?
La questione non è nemmeno di semplice valutazione. L’interpretazione della Polizia Locale alle attuali normative, in realtà, è chiara: la spiaggia è equiparabile ad un’area che si configura come parco pubblico, e in virtù di tale classificazione è stata chiusa proprio come gli altri parchi e come gli altri spazi pubblici all’aperto come previsto dai decreti.
Ma non sono pochi coloro, come il lettore di oggi, che la considerano un’estensione errata, tanto che recentemente un residente del Lido ha persino presentato un esposto contro la Polizia Locale di Venezia per la chiusura delle spiagge del Lido di Venezia.
Marco Agostini, comandante della Polizia Locale, ha successivamente ribadito con orgoglio l’approccio proprio e del suo Corpo nella lotta per arginare il coronavirus, arrivando a commentare addirittura pubblicamente di essere fiero di esser stato denunciato per questo.
A questo punto, però, dirimente sarà solo il giudizio dell’Autorità Giudiziaria.