Ufficialmente sarà presentata con un documento generale il prossimo cinque novembre, ma già il quotidiano Avvenire ne ha anticipato i contenuti.
La lettera che Papa Francesco rivolgerà alla città di Roma, è l’auspicio ad un ripensamento per una città che vive troppe sofferenze di cui la nuova classe dirigente, ma anche la cittadinanza, dovrà farsi carico.
E non si tratta “solo” di interpretare fino in fondo le contraddizioni e le contingenze di “mafia capitale”, compito quest’ultimo che spetta alla magistratura, ma spinge ad intraprendere una nuova strada.
Parla di una ‘anemia spirituale’, il pontefice sempre più attento ai problemi della società civile e coinvolto in tutte le vicende umane che sollecitano il suo aiuto spirituale, che sempre, puntualmente, arriva fino a noi.
Papa Francesco non si sottrae, supera la vicenda del Sindaco Marino e invita cristiani e laici “a mettersi insieme in cammino per diffondere una cultura di maggior responsabilità”.
E affida il suo pensiero e la sua preoccupazione più grande a chi governerà Roma in futuro, mettendo in evidenza la realtà dei poveri, dei senza fissa dimora, degli immigrati, di tutte quelle situazioni che vedono l’uomo ai margini della società, per un intervento a loro favore.
Sollecita un modo di entrare in relazione con questi “soggetti” che superi il mero assistenzialismo e navighi invece sul piano dei diritti in una concertazione che necessita di una capacità in grado di cogliere ogni complessità e di darne conto.
Alla vigilia del Giubileo questi ammonimenti spostano il senso della celebrazione religiosa ad una condivisione civile su tutto quel che riguarda la dimensione umana dell’uomo.
Andreina Corso
19/10/2015
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