IL PRIMO GIORNALE ONLINE DI VENEZIA | ANNO XVIII

domenica 28 Aprile 2024
15.2 C
Venezia

data pubblicazione:

ultimo aggiornamento:

LEGGI ANCHE:

HOME PAGENotizie dal VenetoLe mafie in Veneto: intervista al criminologo Vincenzo Musacchio
Questa notizia si trova quiNotizie dal VenetoLe mafie in Veneto: intervista al criminologo Vincenzo Musacchio

Le mafie in Veneto: intervista al criminologo Vincenzo Musacchio

Intervista di Lucia De Sanctis.

pubblicità

Vincenzo Musacchio, criminologo, giurista e associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). Ricercatore dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. Nella sua carriera è stato allievo di Giuliano Vassalli, amico e collaboratore di Antonino Caponnetto, magistrato italiano conosciuto per aver guidato il Pool antimafia con Falcone e Borsellino nella seconda metà degli anni ’80.  È oggi uno dei più accreditati studiosi delle nuove mafie transnazionali, un autorevole studioso a livello internazionale di strategie di lotta al crimine organizzato. Autore di numerosi saggi e di una monografia pubblicata in cinquantaquattro Stati scritta con Franco Roberti dal titolo “La lotta alle nuove mafie combattuta a livello transnazionale”. È considerato il maggior esperto di mafia albanese e i suoi lavori di approfondimento in materia sono stati utilizzati anche da commissioni legislative a livello europeo.

Professore, perché sono arrivate le mafie nel Veneto?
Perché il Veneto offriva e offre condizioni economiche e produttive molto vantaggiose. Era ed è ancora un territorio in forte espansione industriale e imprenditoriale e quindi rappresenta un ottimo luogo dove poter fare investimenti lucrosi e reimpiegare il denaro sporco delle varie attività criminali, prima fra tutte quella del traffico di sostanze stupefacenti. Le mafie non scelgono mai a caso i luoghi dove infiltrarsi e radicarsi. La motivazione più forte è naturalmente la convenienza, economica, politica e persino sociale. Nei luoghi dove s’insediano, devono trovare complicità e consenso sociale, solo in questo modo riescono a radicarsi. Non dimentichiamoci neanche che il Veneto è anche geograficamente strategico poiché è un ottimo ponte tra il sud dell’Italia e l’Europa.

Alcuni studiosi affermano che i mafiosi mandati al “confino” abbiano determinato l’arrivo delle mafie in regione? Lei come la pensa?
Non sono d’accordo. L’arrivo delle mafie nel Veneto non coincide con l’arrivo di personaggi sottoposti al cd. “soggiorno obbligato”. Non parlerei di causa decisiva, ma al massimo di concausa e di minore rilevanza. La mia teoria ritengo sia confermata dai fatti. Le nuove mafie si sono espanse in ogni parte del mondo e nei territori dove questo è accaduto, non c’era il soggiorno obbligato. Le mafie quando s’insediano in un territorio lo fanno sempre dopo aver valutato attentamente i pro e i contro. Hanno strategie precise dipendenti essenzialmente dalle loro specifiche attività e attitudini criminali.

Quanto sono radicate le mafie nel Veneto?
La mia opinione è che siano radicate e non poco. Sono presenti tutte le mafie italiane (ndrangheta, camorra, mafia siciliana e mafie pugliesi) con prevalenza straniera per quelle cinesi, albanesi e nigeriane. Hanno ovviamente differenti vocazioni delinquenziali e diverse modalità organizzative e si spartiscono pacificamente gli affari evitando scontri e faide che attirerebbero l’attenzione di magistratura e forze di polizia. La ndrangheta in special modo è integrata anche nell’economia locale e ha non poche complicità di natura politica e amministrativa. Tutte le organizzazioni criminali, in maniera diretta o indiretta, si occupano del traffico e dello spaccio di sostanze stupefacenti.

Quali sono le principali attività attuate dalle mafie in Veneto?
Tra le attività più redditizie per la criminalità organizzata c’è sicuramente il traffico e lo smaltimento illegale di rifiuti. L’ultima Relazione semestrale della Dia ha certificato che il settore dei rifiuti sia tra i settori economici che nell’emergenza Covid non ha subito alcuna contrazione. Naturalmente turismo, commercio e settore immobiliare giocano un ruolo non di secondo piano. Ci sono anche nuovi settori d’investimento da monitorare che vanno dalle energie alternative (eolico e solare) sino alla distribuzione carburanti, trasporti e logistica. Ultimamente anche la grande distribuzione e i giochi d’azzardo rientrano tra le mire mafiose. Durante la pandemia secondo Unioncamere in Veneto circa seimila aziende agricole sarebbero state infiltrate dalle mafie. Questo ovviamente certifica che il rischio di nuove infiltrazioni nell’economia legale veneta sia molto alto e consistente.

Secondo lei esistono rapporti tra mafie e classe dirigente veneta?
Questo è assodato e confermato anche dall’aumento dei provvedimenti prefettizi d’interdizione amministrativa. Un dato quest’ultimo difficilmente confutabile. Quando parliamo di classe dirigente, però, non si parla solo di politici ma anche di pubblica amministrazione e quindi di dirigenti e funzionari collusi. Le nuove mafie si avvalgono della regolare collaborazione di professionisti che spesso tengono consolidati rapporti di natura politica ed economica presso enti pubblici. Sono convinto che la criminalità organizzata abbia già messo le mani sugli apparati corrotti della pubblica amministrazione. A rischio quindi saranno gli appalti, le sovvenzioni e gli aiuti economici e primo fra tutti il prossimo Pnnr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) preparato dall’Italia per rilanciarne l’economia dopo la pandemia di COVID-19, al fine di permettere lo sviluppo verde e digitale del Paese. Le mafie non staranno a guardare e sono già all’opera.

LEGGI TUTTO >>

RIPRODUZIONE VIETATA. SONO VIETATI ANCHE LA RIPRODUZIONE PARZIALE DI TITOLI, TESTI E FOTO ATTRAVERSO SISTEMI AUTOMATICI (CD AGGREGATORI) SU ALTRI SITI

Notizia interessante? Scrivi cosa ne pensi...

Scrivi qui la tua opinione
Il tuo nome o uno pseudonimo

notizie che hanno interessato i lettori

spot_img