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Lavoratori vittime sacrificali: 22 Dicembre incrociamo le braccia

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Contratti commercio, che conglobano Terziario, GDO, Distribuzione Moderna Organizzata, Distribuzione Cooperativa, Alberghi, Pubblici Esercizi, Ristorazione Collettiva e Commerciale, Agenzie di Viaggi e Aziende Termali: STESSI FIRMATARI, STESSE DINAMICHE, STESSE VITTIME sacrificali: NOI LAVORATORI.
Già il 12 dicembre 2022, contemporaneamente, si firmarono il Protocollo tra Federdistribuzione, Confcommercio e Lega delle Cooperative con i sindacati per arrivare ad oggi al rinnovo dei tre CCNL con ulteriori richieste di sacrifici ai lavoratori sia in termini economici sia in termini di orario.

Orientamenti che confermano la linea tracciata nei vari CCNL già negli ultimi anni, in cui è stato lasciato ampio raggio d’azione al potere padronale con conseguenti miseri riconoscimenti economici e materiali ai lavoratori.
Ecco i risultati, anzi, le sconfitte, che ci siamo portati a casa grazie ad una connivenza con i sindacati tradizionali: decurtazione progressiva dell’indennità sulla malattia fino all’azzeramento totale dei primi 3 giorni (Confcommercio), lavoro domenicale ormai ordinario, vacanza contrattuale e aumenti risibili di fronte al carovita.

La liberalizzazione degli orari e dei giorni di apertura rende impraticabile la conciliazione della vita privata con il lavoro – non a caso è in questo settore che si registra un numero preoccupante di dimissioni per disperazione –, perché si lavora tutti i giorni, tutte le domeniche, tutti i festivi… spesso fino alle 22, se non oltre.

Se da un lato, infatti, la stipula del primo CCNL di Federdistribuzione nel 2018, scaduto già l’anno dopo, aveva lo scopo – tra gli altri – di legittimare la flessibilità imposta ai lavoratori, dall’altro i sindacati firmatari non opposero resistenza, svendendo il tempo e i sacrifici degli uomini e delle donne impiegati nel Commercio.
È ormai evidente che tutti e tre i principali CCNL che regolamentano il settore si sono allineati, di fatto chinando il capo all’esigenza tutta padronale di dotarsi di uno strumento che potesse adattarsi al mercato moderno, all’impronta delle vendite multichannel, svincolando gli obblighi nei confronti dei lavoratori in cambio di una minima contropartita economica.

Allo stesso modo Federdistribuzione, Confcommercio e Lega delle Cooperative hanno potuto approfittare prima della crisi pandemica e poi di quella energetica per giustificare il mancato rinnovo contrattuale, che ha lasciato i lavoratori e le lavoratrici al palo, con stipendi ancora più poveri per affrontare il rincaro del costo della vita.
Un vuoto contrattuale di 3 anni, che non ha visto levarsi nessuna opposizione dagli stessi firmatari e che arriva a questi Protocolli senza grandi scossoni e senza fretta sui futuri rinnovi, con lavoratori intanto storditi da era covid, era green pass, emergenze varie, crisi ucraina e supermercati sempre affollati, con clienti sempre più tesi, sempre più esigenti, sempre più intolleranti…

Nel frattempo, prima del rinnovo, è stato concesso un contentino, un piccolo aumento. Non possiamo quindi non sottolineare quanto inefficace sia la scelta dei sindacati firmatari di accettare quei 30 euro, lordi, beninteso – per i full time IV livello e da riparametrare per gli altri –, per giustificare il mancato rinnovo contrattuale definitivo.
Non possiamo tacere sul loro tentativo di far passare come una conquista quello che invece è l’ennesimo tradimento dei lavoratori e delle lavoratrici e delle loro reali necessità.

E che dire delle due tranches una tantum? Un palliativo. Anche questo da riparametrare per i vari livelli di inquadramento e per i part time. Le cifre spettanti ai lavoratori del IV livello, ossia alla fetta più ampia dei lavoratori e delle lavoratrici del settore, sono di soli 200 € a gennaio 2023 e 150 € a marzo 2023.
Non pensiamo sia un caso che queste cifre siano le stesse del Decreto Aiuti intervenuto a luglio e a novembre, ossia la quota prevista nel PNRR a seguito degli interventi di sostegno alle imprese, defiscalizzazione compresa.

È il paradosso del nostro Paese, dove si pretende che siano i lavoratori e le lavoratrici ad assumersi il peso economico del rischio d’impresa. Infatti, in un sistema economico in cui lo Stato continua a sostenere le imprese private senza pretendere una precisa responsabilità sociale e solidale, non sorprende che aziende, imprese e cooperative si sentano legittimate a perseguire il massimo profitto senza assumersi nessun dovere nei confronti dei propri dipendenti.

Ancora una volta la firma di quei sindacati tradizionali va a suggellare e legittimare sia questo modello economico che gli extra profitti dei padroni, senza riconoscere ai lavoratori e alle lavoratrici il diritto ad aumenti salariali dignitosi.
Se questi sono i Protocolli, sappiamo già cosa aspettarci da questi futuri rinnovi contrattuali.

Per tutti questi motivi e per il diritto al riposo e ai tempi di vita, perché i lavoratori e le lavoratrici possano riprendere il controllo del tempo da dedicare a sé e anche alle loro famiglie, specie durante le festività, questa VOLTA forse anche i sindacati tradizionali si stanno risvegliando (magari perchè perdono tessere???) e IL 22 DICEMBRE ABBIAMO DECISO DI SCIOPERARE. SIAMO UMANI, non siamo carne da macello!

Invitiamo tutti i cittadini a non fare acquisti nei supermercati in concomitanza con
lo sciopero, come segno di SOLIDARIETÀ!

SINDACATO DEI POPOLI LIBERI

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