Una narrazione mitica, favolistica ma anche un racconto sci-fi distopico; questi gli elementi del docufilm del regista veneziano Giovanni Pellegrini, “Lagunaria”. Prodotto dalla Ginko film, co finanziato dalla Regione Veneto ma anche da una campagna di crowfunding per “Produzioni dal basso”, il film cerca di trovare una quadra riguardo il sempiterno problema della messinscena di una città sin troppo fotogenica, per la bellezza ma anche per le problematiche che sembrano quasi far subire a occhi estranei una sorta di perverso appeal.
L’autore, pur tra qualche indugio e accostamenti non sempre chiarissimi, sembra trovare una terra di mezzo tra il documentario d’inchiesta sulla città e il suo inesorabile declino e una fiction da leggenda. E lo fa in una sorta di quasi “ready made”, ovverosia utilizzando materiali tratti dalla realtà, dalla quotidianità, elaborandoli in un percorso anacronistico che viene piegato al flusso narrativo, contenente la trama di una città che è Venezia ma anche il mito di una fondazione, distruzione e resurrezione di una Città Ideale. Il tutto con una voce off che ci accompagna nella favola, una voce non priva di momenti di grande ironia che ora agisce per contrasto con le immagini, ora invece in una sorta di voluto fraintendimento atto a piegare ciò che si vede per essere funzionale al racconto. Abbiamo così immagini di Venezia invasa dai turisti, Venezia dell’acqua alta del 2019, la Venezia spettrale del Covid e quella delle proteste “No Mose”.
Grazie a un sapiente lavoro di montaggio la cronologia sottostà al mito; un racconto che si chiude a cerchio con immagini dall’alto del reticolo lagunare ma dove, in mezzo ai due estremi succede tutto.
“Lagunaria” è un film di denuncia che vuole confrontarsi con il presente della città, ma che sceglie questa denuncia lasciando parlare le immagini e immaginando parole, lasciando che sia ciò che viene mostrato e inventato a far scaturire nello spettatore il senso di una lirica provocazione. La mia domanda, che invece provocatoria non è, sta nel chiedermi che cosa può arrivare a uno spettatore che non sia veneziano.
Per me è facile riconoscere il senso di “Lagunaria”. Sarebbe da chiedere a chi invece non vive qui che effetto possa fare la visione; se raggiunge il punto a cui tende o se invece tutto può correre il rischio di dissolversi in una visione affascinante, grazie anche ai droni che permettono di vedere la città a volo d’uccello, ma indistinta e sin troppo fascinosa.
Non posso rispondere, ovviamente ma mi auguro che anche a occhi non abituati a Venezia e lontani dai conflitti e dalle problematiche, il film riesca a fare centro.
LAGUNARIA
Regia: Giovanni Pellegrini
(Italia 2022)
con: Romano Zen Nicola Ebner Daniele Serio Giorgio Molin Guido Jaccarino Ada Stevelich Emiliano Simon Maria Fiano Francesco Penzo Christian Badetti Andrea Berton Luca Manprin Uma De Polo Davide De Polo Chiara Pluchinotta Marco Bassi Melissa Mc Gill Federico Mantovan David Angeli Enea Cabra Nicoletta Passetti Lorenzo Tassoni
voce narrante: Irene Petris
Festival
Matsalu International Nature Film Festival 2022 (Estonia) Another Way Film Festival – AWFF 2022 (Spain) Eco Cup 2022 (Russia) Salem Film Fest 2023 (USA)
Il film sarà disponibile in streaming questo autunno-inverno.
Per quanto riguarda le proiezioni cinematografiche a Venezia, sarà proiettato il giorno 8 giugno alla sede dell’Unesco ed il 29 giugno all’arena estiva di San Giuliano.
Molte altre date sono in programma fuori Venezia. Il calendario aggiornato su:
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