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L’aereo sparito ha volato per altre sette ore in ‘volo cieco’

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torre di controllo interni

La pista più accreditata è che sia stato dirottato, ma da chi e soprattutto per andare dove. Al momento gli unici dati certi dicono che il Boeing 777-200 della Malaysia Airlines è sparito dai radar, evidentemente spegnendo tutti i dispositivi di bordo, ma poi ha volato per altre 7 ore. In che direzione?

Ha volato fino alle 8.11 di sabato 8 marzo, più di 7 ore dopo che si erano persi i contatti con la torre di controllo di Kuala Lumpur, non si sa ancora nulla dell’aereo scomparso nel nulla con i suoi 227 passeggeri e 12 membri dell’equipaggio. Dopo una settimana di voci, falsi avvistamenti, reticenze, smentite e disperazione il primo ministro malaysiano ieri ha ammesso che il volo MH370 non è arrivato a Pechino «per l’azione deliberata di qualcuno che era sull’aereo».

I dati satellitari dicono che il volo MH370 ha cambiato più volte rotta e altitudine in modo drammatico e non casuale. I controllori malaysiani avevano detto di averlo perso quando era a 35 mila piedi, la quota di crociera normale. Ma ora si scopre che subito dopo si era portato a 45.000 piedi (circa 13.700 metri), sopra il limite approvato per il Boeing 777, compiendo una virata profonda verso Ovest. Più tardi ricompare a 23.000 piedi (7 mila metri) sotto la quota regolamentare, prima di rialzare il muso e puntare a Nordovest, sopra lo Stretto di Malacca, verso l’Oceano Indiano. «Qualcuno con quelle manovre ha cercato di mascherare la sua posizione», dicono fonti di intelligence. Ma chi? Gente esperta di pilotaggio.

Le mappe, riviste dopo la rivelazione che il Boeing ha volato oltre sette ore dopo aver cambiato rotta, evidenziano un raggio di ricerche enorme lungo due corridoi: a Nord fino al Kazakhstan e al Turkmenistan partendo dalla Thailandia, a Sud tra Indonesia e Oceano indiano meridionale.

Non è da escludere che una volta individuato l’aereo «silenzioso» si sia deciso di intercettarlo ed abbatterlo per evitare un altro 11 settembre. Chen Cheng, direttore del cinese Sina.com aviation channel ha dichiarato alla «Xinhua»: «In genere se si scopre un aereo non identificato si manda un caccia a osservare, senza l’ordine di sparare immediatamente». Giusto, ma è altrettanto vero che nessuno ha fretta e voglia di dire al mondo «siamo stati costretti a fermarlo con un missile». La lista di chi possa aver ordinato l’azione drastica è lunga quanto la rotta coperta dal Boeing 777.

Una sola certezza quindi finora: le intelligence dei Paesi coinvolti (e sono 14) hanno rivelato molto meno di quello che sanno.

Redazione

[16/03/2014]

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