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La strana storia della bambina di tre anni in giro da sola di notte a Venezia

La bimba, tre anni non ancora compiuti, ha attraversato a piedi, di notte, da sola, una parte di Venezia, città certamente bella e romantica, ma anche piena di insidie per una bimba così piccola a spasso da sola.

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Una storia che si può definire “strana”, frutto evidentemente di una serie di coincidenze che a Venezia non si erano ancora mai viste.
Risultato: una bimba di due anni e mezzo a spasso di notte a Cannaregio.
Chissà quali e quanti pensieri hanno affollato la mente di quella piccola bambina, mentre passeggiava tranquilla, in piena notte fra i campi e i campielli veneziani.
Potrebbe sembrare una fiaba, una storia inventata, ma la realtà incombe e ancora ci mostra una famiglia polacca, ospite in un albergo a Cannaregio: mamma, papà, la piccola di due anni e mezzo e il fratellino di un anno.
La immaginiamo quella famiglia che si appresta a mettersi a dormire, forse dopo una lunga passeggiata, eccoli stanchi e felici di tanta bellezza negli occhi, hanno tutti un gran sonno e i genitori cercano di far addormentare il piccolino che richiede le dovute attenzioni. 
Come sia stato possibile, poi, che la bambina si sia alzata dal letto per poi uscire dalla porta della stanza, scendere le scale e finire in strada, è un mistero.

La piccola e innocente fuga di domenica notte, forse complice l’aria fatata della città, finisce con l’intervento dei carabinieri della stazione di Cannaregio, che increduli, vedono la bambina camminare per Strada Nova, tranquilla, in apparenza, inconsapevole, per fortuna della sua candida incoscienza.
Cosa c’è di più affascinante che camminare di notte nella più bella città del mondo, in fondo è in vacanza e forse lei non aveva poi tanto sonno.
I militari dell’Arma non hanno dubbi, prendono in braccio la piccola, le fanno qualche domanda ma un po’ che ha solo due anni e mezzo e un po’ perché è straniera, fanno la scelta più ragionevole. La portano al reparto pediatrico del vicino Ospedale Civile, dove i sanitari riscontrano che la bimba è in ottima salute e non mostra disagio, non piange, sembra serena.
Forse è merito di Venezia, che le sarà apparsa come bosco amico, o forse i suoi genitori le avranno letto la favola di Pollicino, anche se lei in tasca non aveva le briciole di pane.

I suoi genitori solo alle 8 del mattino si accorgono del lettino vuoto.
Disperati cominciano a interrogarsi, a ricercare e come in tutte le fiabe che si rispettano, la famiglia, dopo ore travagliate, si riabbraccerà felice in ospedale, dopo tanta paura.
Tanti ringraziamenti ai carabinieri, alle pattuglie che nel frattempo si erano adoperate nella ricerca e l’incubo è finito.
Non ci sarà nessuna conseguenza legale per i genitori né per l’albergo che li ha ospitati.
Tutto è bene quel che finisce bene e Venezia è la città ideale per immergersi nell’oblio, ma forse una domanda sarebbe utile per prevenire situazioni simili a questa e che potrebbero riguardare anche gli adulti e la sicurezza in generale.

E riguarda la vigilanza, il portiere di notte che non c’era perché in servizio in un altro albergo della stessa proprietà.
Se all’ingresso ci fosse stata una persona addetta al controllo notturno, forse la bambina sarebbe stata vista, fermata e riportata nella camera dei suoi genitori che la passeggiata gliel’avrebbero fatta fare di giorno, in serenità, mano nella mano.
Alla fine la “strana storia” si risolve così, con un sacco di interrogativi che spieghiamo con estemporaneità circostanziali, ma solo perché per fortuna la piccola ha camminato per strada, perché è impossibile non pensare a quel che sarebbe potuto accadere se la bambina si fosse avvicinata all’acqua dei canali.

Andreina Corso

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16 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Una notte mi sono svegliata e mio figlio di 3 anni era sulla soglia di casa, si stava calzando i sandaletti per uscire in passeggiata, ore 3:15, piena notte… chiudere à chiave non è servito.
    Mio figlio ha sempre dormito poco… E noi lo stesso, di conseguenza. Capisco che, affaticati, questi genitori non si siano accorti di nulla.

  2. Gentili lettrici e lettori, questa storia ci ha tanto turbato, insieme a quella bambina nella notte siamo stati tutti con il fiato sospeso e anche senza volerlo ci ha inchiodati al nostro senso di responsabilità, all’incredulità che possa essere capitato davvero. E magari ci siamo chiesti: poteva capitare anche a me?
    A me è successo in un lontano giorno di pioggia, a Venezia, vicino campo Sant”Angelo. La mia prima bambina, Francesca, indossava un impermeabile rosso e camminavamo verso la calle lunga, quando a un certo punto, non l’ho ista più. La chiamo, non risponde, urlo, non risponde. Scoppio in lacrime e invoco i passanti di aiutarmi. Sono sull’orlo di una crisi di nervi, quando la vedo sguscuiare sorridente da un piccolo negozio. Si era nascosta dietro la vetrina. Aveva tre anni e qualcuno mi ha detto, ma lei non si è accorta di niente? Con la coda tra le gambe sono ritornata a casa e ai miei perché rivolti a mia figlia mi rispondeva un sorriso..
    Rispetto alla portineria: non c’era nessuna volontà di dare la responsabilità a un lavoratore che magari deve muoversi d un posto all’altro, vista la difficoltà del momento, ma penso che qualcuno all’entrata dovrebbe proprio esserci per motivi che tutti possiamo condividere perché riguardano la sicurezza, anche nell’interese dello stesso albergatore.
    Con Chiara, la mia seconda figlia, tutte le volte che passavo per quella calle a Sant’Angelo, la tenevo stretta stretta a mano. meglio prevenire.
    E i genitori della piccola? Chissà che strazio e chissà se sono rimasti a Venezia, oppure sono tornati in Polonia con i loro piccoli vicini vicini,. Grazie per la chiacchierata

    • Sono cose che possono capitare, certo, queste e altre, che non si vorrebbe mai ma che possono capitare quando meno te lo aspetti.
      Non capisco proprio chi ha criticato l’articolo mentre qualcuno ha detto addirittura che era inventato.
      Sono contenta di tutte queste signore che hanno tutte queste certezze, magari vivono meglio.
      Ma bisogna sempre tenere presente che l’imprevisto è dietro l’angolo
      Grazie per aver raccontato questo episodio Andreina.
      Anna Mestre

  3. Per chi chiede del portiere assente e fa notare che poteva entrare chiunque.. No! Non funziona così.. Esiste una pista che si apre dall’interno ma non dall’esterno, per entrare devi suonare un campanello e prontamente risponde un addetto… Sempre riguardo al portiere, se vedo un bimbo nella hall, incustodito, non chiamo le camere una per una per chiedere se hanno smarrito un bambino, chiamo i carabinieri e denuncio uno smarrimento o abbandono di minore. Per quanto riguarda i genitori… Sono incommentabili! Non ti accorgi che ti manda un figlio? Per quanto stanco potevi essere e stavo addormentando il più piccolo, non butti mai l’occhio sull’altro? E poi il piccolo li addormentate in 2? Ma quando mai?

  4. È stato un racconto molto grazioso, complimenti all’autrice. Imparziale e compiaciuta per il lieto fino. Brava.
    Non deve succedere, ma può succedere. L importante sia finita bene, tutto qua.
    Tutto qua

  5. È successo pure a me, avevo appena compiuto 3 anni , quando un giorno con mamma andai alla stazione dei treni di Gorizia per fare il biglietto per una destinazione vicina, ma all’improvviso mi staccai dalla mano di mamma e mi incamminai erano circa le 11 del mattino, mi trovarono verso sera alle 17 seduta sul marciapiede che piangevo, si avvicinarono delle guardia di finanza, perché ero arrivata sul confine di Montesanto, che separa Gorizia da Nova Gorizia( ex Jugoslavia)
    per chiedermi chi fossi e perché fossi da sola, ovviamente non seppi rispondere ma quando ebbero rintracciato mamma hanno capito che mi ero persa e che avevo attraversato tutta la città. Certo è inspiegabile come allora una bambina di 3 anni abbia camminato così tanto e che nessuno m’abbia fermato…era giugno dall’anno 1954.

    • Non è stato incolpato il portiere ma è stato messo in evidenza il fatto che non ci fosse. Quindi casomai è stata in qualche maniera incolpata la struttura… e secondo me a ragione perché il portiere di notte in un albergo di Venezia, pagato chissà quanto a notte, dovrebbe esserci.

      • ma ci siete o ci fate,vi sono strutture che in totale autonamia (decisione evidentemente della proprieta” ) si autogestiscono e NON hanno bisogno del personale notturno,a volte pure diurno..quindi il portiere di notte puo’ non esserci..e le assicuro che da portiere notturno ,facciamo una vita normalissima e non adagiata come pensa .. …la colpa non e’ di enssuno, ma se si deve incolpare ,i genitori sono i primi, e non la struttura!

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