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La morte di Giorgio Napolitano, addio all’uomo che predicava stabilità. Il ricordo di Nicola Pellicani

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La morte di Giorgio Napolitano, addio all’uomo che attraversò mille crisi con un’incrollabile certezza: l’Italia aveva bisogno di stabilità politica. È stato anche l’uomo delle riforme a tutti i costi. E’ stato napoletano di gran classe, elegante e ‘pignolo’, come egli stesso si è definito.
Giorgio Napolitano è morto alle 19.45 di venerdì 22 settembre 2023. E’ stato il primo nella storia della Repubblica ad essere presidente due volte: rieletto al Quirinale nel 2013 dopo la prima volta del 2006. Attento ad ogni dettaglio, lavoratore instancabile, profondo conoscitore della vita parlamentare e delle dinamiche politiche dell’intera storia repubblicana. Sempre accompagnato con discrezione dalla moglie Clio, ha iniziato il primo settennato, nel 2006, gioendo per la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio di Berlino e ha concluso i quasi due anni del secondo mandato con qualche rimpianto per non essere riuscito a vedere del tutto compiuti quei cambiamenti istituzionali per i quali tanto si è speso.

Ma soprattutto ‘re Giorgio’ ha dovuto affrontare quello che in molti considerano il periodo più buio degli ultimi 50 anni, navigando a vista tra gli scogli di una durissima crisi economica. E lo ha fatto con una convinzione incrollabile: che l’Italia avesse bisogno di stabilità politica. In nome di questo principio ha cercato sempre di evitare scioglimenti anticipati della legislatura. Certamente il momento peggiore – che ha coniugato amarezza personale e preoccupazione istituzionale – è stato il suo coinvolgimento indiretto nel processo sulla presunta trattativa Stato-mafia con l’eccezionale deposizione alla Corte di Palermo salita in trasferta al Quirinale.

Il cuore dell’Italia si è stretto in un unanime cordoglio venerdì sera all’annuncio della scomparsa. E’ stato il presidente della Repubblica emerito noto per la sua lunga e illustre carriera politica.

IL RICORDO DI NICOLA PELLICANI


È un giorno di grande dolore. Di immensa tristezza. Ho avuto il privilegio di avere l’amicizia e la stima di Giorgio Napolitano. E ciò mi riempie di orgoglio. È stato per me un punto di riferimento, una bussola politica, in particolare negli anni trascorsi in Parlamento, incoraggiandomi e sostenendomi, anche nei momenti più difficili. Oggi perciò mi lascia un grande vuoto.

Napolitano ha attraversato da grande protagonista un secolo straordinario fatto di enormi cambiamenti, conquiste, conflitti sociali, scoperte, ma anche di crisi profonde.
In questo lungo viaggio politico e umano è stato una personalità della sinistra, un fine intellettuale, ma anzitutto un uomo delle istituzioni, un riformista e un grande europeista.
L’ho incontrato la prima volta negli anni Settanta, quando il sodalizio umano e politico con mio padre Gianni era già solido.
E’ impossibile pensare a Giorgio Napolitano, senza ricordare l’amicizia e il legame politico che l’ha unito per una vita a mio padre Gianni. Un rapporto, nato negli anni cinquanta, che si è consolidato nel tempo.

Napolitano è stato sempre legato alla città di Venezia, un rapporto che ha rinsaldato durante gli anni del Quirinale, attraverso il legame con la Fondazione Pellicani, venendo ad inaugurarla da Presidente e partecipando a numerose iniziative politico istituzionali, con discorsi per nulla di routine, in particolare quelli pronunciati a Palazzo Ducale (2008) e al Teatro Toniolo (2012) che animarono il dibattito pubblico nazionale sui grandi temi che hanno caratterizzato tutta la sua azione politica: la Costituzione e l’Europa.

È stato presente a Venezia e a Mestre, riconoscendo il ruolo strategico della città.

Grazie Presidente. Ciao Giorgio!

Nicola Pellicani

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5 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Hanno vissuto nel lusso come noi nemmeno ci sogniamo, hanno avuto tutti i privilegi del mondo, lasciando un paese col più alto debito al mondo. I politici italiani vengono osannati e ammirati. In fondo è giusto così, chi finge di combattere queste ingiustizie lo fa solo fino a quando entra nelle stanze del potere. Gli italiani non vogliono combattere il sistema, vogliono solo fare parte del sistema.

  2. Napolitano applaudiva quando i carri armati hanno invaso l’Ungheria, Napolitano che avrebbe voluto vendere l’Italia ai comunisti, no mi dispiace non sento la mancanza, vorrei sapere solo una cosa, i parenti continuerano a ricevere la pensione o altro dallo Stato Italiano ? Shylock the first

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