«Io disobbedisco». A dirlo non un privato cittadino vittima di un moto di ribellione, bensì un rappresentante delle istituzioni, un sindaco per di più presidente regionale dell’associazione dei Comuni (Anci).
Giorgio Dal Negro, sindaco in carica di Negrar, comune del veronese, sembra fermo sulla sua decisione: non farà pagare la cosiddetta «mini Imu» ai suoi concittadini.
«È una decisione assunta a titolo personale – dice Dal Negro – ma sono sicuro che come me la pensano moltissimi colleghi del Veneto, che hanno i conti a posto e non vogliono rimetterci la faccia con i loro cittadini. Io, per parte mia, non ho alcun dubbio: nel mio Comune, le cartelle per il recupero dell’Imu sulla prima casa non saranno emesse, è una questione di principio».
Il fatto si riassume così: il governo ha preteso la riscossione della «mini Imu» sulla prima casa da tutti i Comuni che hanno aumentato l’aliquota nel corso del 2013. Il sindaco di Negrar l’ha abbassata, e lo Stato gliele chiede conto.
«Voglio mantenere la parola con i cittadini: l’Imu sulla prima casa non si paga, punto. E se dovessero esserci delle conseguenze per il sottoscritto, sono pronto a risponderne» chiosa il sindaco Giorgio Dal Negro.
Tra i sindaci e il governo è ormai scontro aperto. Il Patto di stabilità è una morsa che attanaglia i municipi e l’Anci accusa l’esecutivo di non aver mantenuto e promesse date. Ed ora si è arrivati alla chiusra totale: per la prima volta l’associazione dei Comuni decide di interrompere ogni relazione con il governo appellandosi per disperazione alla figura del capo dello Stato.
Paolo Pradolin
[21/12/2013]
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