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La germania ha spento le sue ultime centrali nucleari

Sono in molti a dichiarare la scelta sbagliata in un momento di crisi energetica. Secondo l'economista di Oxford Dieter Helm, Berlino sta facendo un grave errore: "Posso immaginare un rientro dal 2030", ha aggiunto, sottolineando i progressi tecnologici che renderanno il nucleare sempre più sicuro.

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La Germania ha spento i suoi ultimi tre reattori nucleari la scorsa notte, segnando la fine di un’era per la locomotiva industriale d’Europa. Dopo 62 anni dall’accensione della prima centrale, il governo del cosiddetto Semaforo ha deciso di puntare tutto sulle rinnovabili, ma le polemiche continuano. Il momento storico è stato accompagnato da brindisi e festeggiamenti di piazza, ma anche da forti dubbi e proteste. Molti ritengono che la scelta dell’exit dall’energia atomica sia strategicamente sbagliata e perfino anti-ecologica. Tuttavia, Greenpeace sostiene che questa sia una bella giornata e chiede alla politica di concentrarsi sullo smaltimento delle scorie accumulate per decenni.

La prima centrale nucleare, quella di Kahl, vicino a Francoforte, era stata accesa nel 1961. Da allora, la forte industria tedesca ha potuto contare per decenni sull’energia fornita da 36 reattori, che nel 1997 hanno contribuito alla produzione del 31% dell’energia elettrica della Repubblica federale. Sulla spinta delle proteste di massa iniziate negli anni ’70 e ’80, nel 2000 il governo formato da Spd e Verdi fu il primo a programmare l’uscita, ma successivamente i conservatori decisero una proroga per il nucleare.

E POI ARRIVO’ LA MERKEL

La svolta fu fortemente voluta da Angela Merkel (nella foto), che nel 2011, sotto l’emotività scatenata dal disastro di Fukushima, in Giappone, e le forti proteste popolari, scelse di accelerare la progressiva dismissione delle centrali tedesche, stabilendo lo stop completo per la fine del 2022. A causa della crisi energetica provocata dalla guerra russa in Ucraina, però, quella data non è stata rispettata: il governo di Olaf Scholz, il cancelliere socialdemocratico alleato con i verdi di Robert Habeck e i liberali di Christian Lindner ha deciso (dopo molte polemiche interne) il prolungamento dell’attività degli ultimi tre reattori in funzione per quattro mesi. L’ora x è adesso arrivata: l’interruttore delle ultime centrali nucleari si mette su “OFF”.

Oggi la politica è divisa sulla scelta. I verdi di Robert Habeck sono decisi e trionfanti, mentre i liberali sono apertamente contrari. I conservatori di Friedrich Merz (Cdu) ritengono questa una giornata nera per il Paese. Anche l’associazione Nuklearia è dell’opinione che l’energia atomica resti la strada migliore per mantenere il benessere e proteggere il clima. Le riserve energetiche della Germania sono diffuse e qualcuno ha già scommesso su un dietrofront. Secondo l’economista di Oxford Dieter Helm, Berlino sta facendo un grave errore, uscendo dal nucleare in piena crisi energetica. “Posso immaginare un rientro dal 2030”, ha aggiunto, sottolineando i progressi tecnologici che renderanno il nucleare sempre più sicuro.

Oggi la Germania, non senza contrasti interni, vuole puntare tutto sulle rinnovabili, quindi si spegne.

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