IL PRIMO GIORNALE ONLINE DI VENEZIA | ANNO XVIII

venerdì 26 Aprile 2024
15.8 C
Venezia

data pubblicazione:

ultimo aggiornamento:

LEGGI ANCHE:

HOME PAGENOTIZIE NAZIONALILA CRISI | Si mangia di più a casa
Questa notizia si trova quiNOTIZIE NAZIONALILA CRISI | Si mangia di più a casa

LA CRISI | Si mangia di più a casa

pubblicità

Non mancava mai, la farina in casa. E non mancavano certo le uova. Servivano a preparare i biscotti per la colazione o le tagliatelle per il pranzo. Ma dagli anni ’60 in poi, la farina è quasi scomparsa dalle madie. C’era la pasta preparata dalle industrie, c’erano decine di colorate confezioni di biscotti in ogni supermercato. Adesso, secondo un’indagine della Swg per conto della Coldiretti, su “gli italiani ai tempi della crisi”, la tavola della cucina è tornata ad essere non solo il luogo dove si consumano i pasti– magari comprati in fretta in rosticceria – ma anche il posto dove si prepara tutto, o quasi. Cercando la qualità , ma anche il risparmio.

Basta osservare alcuni numeri, per capire come la crisi stia cambiando davvero il Paese. Aumentano dell’8,3% gli acquisti di farina, del 5,3% quelli delle uova, il burro sale del 2,3%. In crescita – i dati sono stati forniti da Coop Italia e riguardano i primi nove mesi del 2012 – anche le fette biscottate (più 5,9%), il caffè (3,3%), il miele (1,9%), le marmellate (0,9%). Insomma, tutto ciò che serve per una buona colazione o per preparare un piatto di pasta, senza entrare in un bar o in una trattoria. Altri numeri – più 6,8% dell’olio di oliva e più 1,5% dei vini tipici – raccontano che adesso tante cene con gli amici si fanno in casa, per essere sicuri di ciò che si mangia e soprattutto per finire il pasto con il caffè o l’amaro e non con il conto.

Si cerca di risparmiare in ogni modo. Si acquista più pane (1,3%), aumenta anche la pasta comprata al supermercato (3,6%), mentre diminuiscono le bistecche (meno 5,5%), il pesce (meno 1%), i dessert (meno 12,1%). In totale, gli acquisti alimentari calano del 3%. Pane e pasta costano comunque meno di altri prodotti e allora in tante famiglie ci si riempie la pancia come nel dopoguerra, quando il “companatico” non era sempre in tavola assieme al pane o alla polenta.

Mettere assieme il pranzo con la cena è un problema serio per l’8% delle famiglie italiane (5% l’anno scorso). Secondo l’indagine Swg, per queste persone, il reddito “non basta nemmeno per l’indispensabile”. L’1% vive agiatamente, il 40% “serenamente senza particolari affanni”, ma per il 51% – nel 2010 erano il 42% – il soldi bastano “appena per le spese senza potersi permettere ulteriori lussi”. “Per quell’otto per cento di famiglie povere – ha detto il presidente della Coldiretti, Sergio Marini – non si può aspettare la crescita dell’economia. Bisogna toglierle dalla miseria, dare loro più soldi e subito, altrimenti non potranno acquistare cibo sano e avranno problemi anche di salute, con pesanti conseguenze per loro e per la società ”.

Con la crisi è arrivata anche una nota positiva. Lo spreco di cibo è stato “annullato” nel 24% delle famiglie, mentre l’anno scorso era fermo al 9%. La riduzione è stata ottenuta “acquistando solo ciò che serve davvero” dal 67% delle famiglie, e “utilizzando quello che avanza nel pasto successivo, combinando altre ricette” nel 59% dei casi. Ormai si compra solo quando ci sono saldi e tre per due. Vengono acquistati così il 53% dell’olio di oliva e il 40% dei vini tipici. Nell’indagine Swg emerge, sia pure non dichiarato esplicitamente, anche “l’effetto Monti”. Alla domanda su “quali fattori incidano maggiormente sulla situazione attuale del Paese” la “fragilità  politica” è la prima risposta per il 49% degli intervistati, mentre l’anno scorso questa è percentuale era pari al 60%.

Per la prima volta, nell’indagine, viene affrontato anche ‘il valore dell’intangibile’. “Abbiamo cercato di capire – dice Roberto Weber, che guida la Swg – quanto certi valori aggiunti contribuiscano alla qualità  della vita. Fissando a 100 mila euro il valore ipotetico della casa in una città  ideale, abbiamo chiesto a 1.600 persone cosa qualifichi e cosa abbatta il valore di una casa. E al primo posto, con sorpresa, abbiamo visto che ‘un alto valore di legalità ’ vale 58.000 euro, seguito da ‘servizi sociali e sanitari diffusi’, valutato 52.000 euro. Insomma, la legalità  al primo posto. E non si tratta di una riedizione di Mani pulite. Nel 1993 la situazione era diversa. Allora la protesta era più carica di politica e attaccava volti precisi. Adesso la protesta è contro chiunque non rispetti la legalità . ‘I ladri – questo ci dicono gli intervistati – sono meno identificabili ma sono tanti. Dobbiamo scoprirli e mandarli via tutti’ “.

da Adico (Associazione Difesa Consumatori)
[redazione@lavocedivenezia.it]

Riproduzione Vietata
[20/10/2012]


titolo: LA CRISI | Si mangia di più a casa
foto: DONNA CUCINA (REPERTORIO)


LEGGI TUTTO >>

RIPRODUZIONE VIETATA. SONO VIETATI ANCHE LA RIPRODUZIONE PARZIALE DI TITOLI, TESTI E FOTO ATTRAVERSO SISTEMI AUTOMATICI (CD AGGREGATORI) SU ALTRI SITI

Notizia interessante? Scrivi cosa ne pensi...

Scrivi qui la tua opinione
Il tuo nome o uno pseudonimo

notizie che hanno interessato i lettori

spot_img