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La Casa dei Fantasmi – L’omaggio al genere di John Boyne

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la casa dei fantasmi

Ora il sole è tornato ma guardando i giorni precedenti, con pioggia, vento e freddo, si poteva pensare che la Primavera si fosse presa le ferie lasciando il posto ancora un po’ d’autunno e perché no d’inverno. E allora i giorni scorsi, con le loro atmosfere grigie e cupe sono stati la cornice perfetta per leggere il nuovo romanzo di John Boyne, La Casa dei Fantasmi, edito da Rizzoli, che ci porta in una Londra Ottocentesca, dove Eliza, disperata per la morte del padre, risponde d’impulso a un annuncio misterioso che la conduce nel Norfolk, a Gaudlin Hall, dove diventa l’istitutrice di Isabella ed Eustace, due bambini deliziosi ma elusivi. Nella grande casa sembra che non ci siano adulti, i genitori dei piccoli Westerley sono di fatto assenti in seguito al terribile epilogo di una storia di abusi, ossessioni e gelosie. Ma contrariamente a quel che sembra, nei grandi ambienti della villa non è il silenzio a regnare: in quelle stanze vuote spadroneggia un’entità feroce e spietata, decisa a imporsi sulla donna per impedirle di occuparsi dei bambini.

La casa dei fantasmi è un romanzo gotico che ti prende e non ti lascia più, che dire riuscito è solo un semplice quanto banale eufemismo, perché Boyne ci prende con prepotenza e ci fa immergere completamente in un’ atmosfera talmente da brivido da suscitare su di noi un fascino quasi perverso. Giocando su continue citazioni e rimandi, partendo da Dickens, abbandonandolo, ma lasciandolo vivere come un fantasma che aleggia lungo tutte le pagine, l’autore tesse una vera propria ragnatela di punti di vista e poi, con intelligenza e gusto, distrugge l’intricata matassa lasciando il lettore nel pieno dei misteri e delle domande.

Questo, principalmente, nella parte centrale dove l’azione viene sostituita dalla capacità delle parole di creare un quadro, di mettere in scena momenti gotici che potrebbero venire dal miglior regista di genere. Perché la forza di Boyne non è tanto quella di far accadere le cose, ma di farcele scoprire, di svelarle piano attraverso semplici quanto disturbanti conversazioni. Una prosa che, quindi, si fa dialogo tra i personaggi, ma anche con i lettori stessi.

Certo La casa dei fantasmi non brilla per originalità, ma lo si capisce già dal titolo, il succo è annunciato. Boyne vuole omaggiare il genere e lo fa nel migliore dei modi con l’eleganza che lo contraddistingue. L’autore, infatti, gioca con i rimandi, si diverte a far scattare nei lettori più attenti i collegamenti con altre opere, regalandoci un libro più autunnale che primaveribile, ma assolutamente un pezzo imperdibile da avere nella propria libreria.

Sara Prian

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