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Italia in Giallo: già pericolo assembramenti

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Italia in Giallo, vi è una diffusa euforia collettiva da ‘liberi tutti’, ma così nasce il pericolo assembramenti.
E mentre gli esperti da due giorni raccomandano: attenzione perché “Così la curva esplode” arrivano segnali dall’ultimo weekend di gennaio di folle che attraversano l’Italia, da Milano a Napoli.
Agli italiani non basta avere qualche spazio di movimento in più a partire da oggi, nessuno si offenda.
Nelle ultime ore ‘arancioni’, prima che la maggior parte dell’Italia diventasse effettivamente gialla, sono tornati gli assembramenti in tutto il Paese, dai Navigli di Milano a via del Corso a Roma, dalle zone universitarie di Bologna alle strade della movida a Napoli, dai parchi di Torino al centro di Firenze.
“Zona gialla non significa scampato pericolo. Serve ancora la massima prudenza se non vogliamo tornare indietro rispetto ai passi avanti delle ultime settimane”, ha avvertito il ministro della Salute, Roberto Speranza.
Sulla stessa scia il coordinatore del Cts Agostino Miozzo: il ritorno in area gialla “non significa normalità”, è necessario “evitare assembramenti” poiché c’è il rischio “assolutamente reale che la curva schizzi rapidamente verso numeri difficilmente gestibili”.
Il bollettino di domenica, viene ricordato, ha comunque registrato 11.252 nuovi casi di coronavirus in Italia, con 237 vittime.
Sono stati 213.364 i tamponi effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, con un tasso di positività rispetto ai nuovi casi (11.252) del 5,27% (+0,9% rispetto a ieri).
“Proprio il “Tasso di Positività”, quello a cui si aggrappano gli irriducibili del “Abbiamo tanti casi perché vengono fatti tanti tamponi”, sta salendo, ed esso tiene conto proprio del numero di test eseguiti e del numero di positivi scovati.
A Napoli nelle ultime ore sono fioccate le multe contro una quarantina di giovani che senza mascherine e

violando il coprifuoco si sono ‘tuffati’ nella movida.
Sanzioni anche ai clienti di un locale a luci rosse dove non venivano rispettate le norme anti-Covid.
A Ischia i carabinieri sono intervenuti per bloccare una festa di nozze al ristorante con una ventina di commensali.
Folle di giovani sono state viste a Bologna, nella zona universitaria, e a Roma, nelle vie dei locali per giovani all’Eur e nel centro storico, soprattutto al Corso, la via dello shopping.
“Con gli assembramenti si va dritti in zona ‘rossa’, chiedo il massimo rispetto delle regole. E’ stato fatto uno sforzo enorme per ritornare in fascia ‘gialla’ che rischia di essere vanificato dagli assembramenti che si sono visti nelle ultime ore”, ha avvertito l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato.
Piene anche le strade del centro di Milano complice il bel tempo e, soprattutto nella zona dei Navigli, si sono creati assembramenti di giovani, molti senza mascherina, che si sono fermati a gruppi nella zona pedonale lungo la Darsena.
Affollate le vie dello shopping a Torino con code ai negozi che offrono i migliori saldi.
Pieni di giovani anche i parchi cittadini.
Folla, drink, canti e poche mascherine: decine di persone si sono radunate a Firenze, sotto le tettoie del mercato di Sant’ Ambrogio, dando vita a una sorta di festa improvvisata.
Il sindaco Dario Nardella ha condannato l’accaduto sottolineando che “i raggruppamenti festaioli di questi fine settimana rischiano davvero di vanificare tutti gli sforzi fatti da cittadini e imprese per rimanere gialli a Firenze e in Toscana. I nostri agenti, polizia municipale e polizia di Stato, hanno sanzionato decine di persone”.
Il Friuli Venezia Giulia invece entrerà in zona gialla ma mantenendo ancora parecchie restrizioni:

il governatore Massimiliano Fedriga ha infatti firmato un’ordinanza, in vigore da domani, che dispone il divieto di consumare alimenti e bevande per asporto nelle vicinanze dei locali e nei luoghi dove siano possibili assembramenti; vietato anche consumare al banco nei locali dopo le ore 11.
La zona gialla da oggi non va interpretata come la fine dell’emergenza, anzi: è proprio ora il momento di non abbassare la guardia.
Questa è la raccomandazione degli esperti. Ci sono infatti ‘segnali di allarme’ su una possibile risalita dei casi di Covid-19 in Italia, complici fattori di rischio concomitanti: la riapertura delle scuole in presenza, la circolazione delle nuove varianti del virus SarsCoV2 e le nuove aperture delle zone gialle.
“La situazione è molto delicata e stazionaria, non andiamo né avanti né indietro; spero che ritorno in zona gialla sia accompagnato da senso di responsabilità”, osserva il fisico Giorgio Parisi, dell’Università Sapienza di Roma. “Segnali di allarme” dall’andamento della curva dell’epidemia di Covid-19 in Italia emergono dall’analisi condotta dal matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).
Le cifre dell’epidemia, inoltre, non rendono facile orientarsi: se è pari a 5,2% il rapporto fra i casi positivi e i test, considerando la somma di molecolari e antigenici rapidi), il tasso di positività calcolato facendo il rapporto fra i casi positivi e i soli tamponi molecolari (come si è fatto fino al 15 gennaio scorso) è dell’8,8%, con un incremento del 14%.
E se l’indice di contagio Rt calcolato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) in base ai dati del periodo 18-24 gennaio ha un valore medio di 0,84, il calcolo aggiornato basato sul rapporto fra nuovi casi positivi e tamponi effettuati, il cosiddetto CovIndex, indica al 26 gennaio un valore dello 0,98.
“Per quanto riguarda i nuovi casi

la situazione è stazionaria, con lievi miglioramenti nei ricoveri in terapia intensiva e in quelli nei reparti Covid che sono probabilmente ancora i riflessi positivi delle misure adottate a Natale”.
Adesso, per Parisi, “è fondamentale la sorveglianza sul tipo di virus in circolazione” per tenere d’occhio le varianti.
“In Italia è ancora completamente assente la sorveglianza sul tipo di virus che circola, in quanto nel nostro Paese sono stati analizzati solo pochi genomi virali.
Questo preoccupa perché potrà esserci un piccolo numero di persone che potrebbe ammalarsi dopo il vaccino ed è essenziale che in questi casi venga fatta l’analisi del virus.
Secondo Sebastiani le misure relative alle regioni che erano nella fascia gialla a novembre “si sono già dimostrate a dicembre inefficaci per il contenimento dell’epidemia e l’appartenenza a questa fascia potrebbe essere interpretata come un ‘liberi tutti’, come i fatti di questi giorni sembrano mostrare”.
Se poi si considerano anche il progressivo inizio delle attività in presenza delle scuole superiori, le condizioni più vantaggiose per la circolazione del coronavirus in questo periodo dell’anno, la diffusione di varianti del virus con maggiore capacità di trasmissione, “ci sono – dice il matematico – i presupposti per un probabile aumento significativo della diffusione dell’epidemia nelle prossime settimane. A questo seguirebbe, con ritardo, l’inversione di tendenza delle curve del numero di pazienti Covid-19 in terapia intensiva e nei reparti ordinari, che al momento decrescono in modo lineare”.
Successivamente, conclude l’esperto, “anche la curva dei decessi, al momento in debole diminuzione dalla media di 475 decessi al giorno negli ultimi 30 giorni, tornerebbe a salire”

(Foto: Ponte Milvio, Roma, domenica 31/01/2021 sera. Da Facebook)

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