Isis uccide un altro ostaggio americano secondo copione ormai noto.
Peter Kassig è stato decapitato con annessa ripresa video da divulgare al mondo occidentale.
Peter Kassig era un operatore umanitario che aveva fatto il Ranger in Iraq e che si era convertito all’Islam – cambiando il nome in Abdul-Rahman Kassig – durante la sua lunga prigionia, iniziata nel 2013.
Isis è “un gruppo terroristico che il mondo ritiene inumano”. Sta usando la “tragedia in Siria per portare avanti la sua agenda” e le sue azioni “non rappresentano alcuna fede, di sicuro non la fede musulmana” dichiara il presidente Usa Barack Obama.
Il video della decapitazione viene diffuso online, e la sua autenticità è confermata dalla Casa Bianca.
Un filmato ad alta definizione ma stavolta probabilmente ‘amatoriale’, girato con una sola telecamera, a differenza delle precedenti produzioni quasi ‘hollywoodiane’ dello Stato Islamico.
Nel video della decapitazione di Kassig, viene inoltre mostrata l’uccisione di quindici soldati siriani delle forze governative di Assad, tutti con indosso una tuta blu. Il boia, coltello alla mano, si rivolge direttamente agli Stati Uniti. E
avverte: i soldati americani potrebbero fare la stessa fine.
Il filmato è più lungo degli altri, 16 minuti contro i cinque minuti dei precedenti. La tuta arancione indossata dalle precedenti vittime (richiamo alle ‘divise’ di Guantanamo) è stata sostituita da tute blu. Per la prima volta, insieme alla decapitazione di un ostaggio, vengono mostrate altre uccisioni. E soprattutto i momenti precedenti alla morte di Kassig non sono fatti vedere: dell’americano 26enne è mostrato solo il corpo e non sono pronunciate minacce nei confronti di altri ostaggi.
Il presidente americano Barack Obama è stato informato del video di Kassig mentre era in volo verso Washington da Brisbane, dove ha partecipato al G20 e dove ha escluso qualsiasi alleanza con il leader siriano Assad: “Non ha nessuna legittimità e allearsi con lui indebolirebbe la colazione che lotta contro l’Isis e spingerebbe i siriani sunniti a sostenere i jihadisti”, ha spiegato.
Gli Usa sono “inorriditi” dell’uccisione dell’operatore umanitario, il terzo americano e il quinto occidentale ucciso dall’Isis da agosto.
Prima di lui sono stati decapitati gli statunitensi James Foley e Steven Sotloff e i britannici Alan Henning e David Haines.
Mario Nascimbeni
17/11/2014
