Gli “sfortunati” che hanno trascorso a letto le feste natalizie a causa dell’influenza forse si consoleranno sapendo di non essere stati i soli, anzi, i casi sono molti più di quanto si potesse immaginare.Secondo i dati forniti dalla rete di sorveglianza Influnet nella settimana dal 20 al 26 dicembre 2010 erano oltre 163 mila gli italiani a letto con l’influenza. Nello stesso periodo, l’incidenza nella popolazione generale è cresciuta a 2,72 casi ogni mille abitanti contro i 2,05 rilevati lo scorso anno.
La fascia d’età più colpita rimane quella dei bambini da zero a 4 anni, a seguire quella dai 5 ai 14 anni, e gli ultra 65enni.Nonostante questo lieve aumento la “stagionale” (in quanto l’H1N1 non è più considerata “pandemia”) si allinea, almeno in Italia, all’andamento degli anni scorsi ma il “picco” massimo deve ancora arrivare, previsto da metà di gennaio ai primi di febbraio.
La Gran Betagna invece, ha già raggiunto il massimo sviluppo del virus che ha già causato 39 morti tra cui l’animal trainer dei film di Harry Potter, di 26 anni. Una vittima dell’H1N1 si conta anche da noi, in Friuli Venezia Giulia. Una donna di circa 40 anni affetta da patologie cardiologiche è deceduta alcuni giorni fa all’ospedale di San Daniele del Friuli (Udine). Le analisi hanno confermato si trattasse di influenza suina, sicuramente aggravata dalle gravi patologie. Per ora si tratta di un unico caso e le autorità sanitarie non lanciano allarmi né segnalazioni di febbre suina in Friuli Venezia Giulia.
Secondo Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie infettive, parassitarie e immunomediate dell’Istituto superiore di sanità (Iss) è importante la vaccinazione anche “last minute” per gli italiani più ritardatari. “Se si consiglia la vaccinazione alle persone a rischio è proprio per evitare complicanze – ha dichiarato Rezza – chi deve vaccinarsi può ancora farlo perché il picco è appunto atteso per fine gennaio inizio febbraio e per sviluppare anticorpi ci vogliono due settimane: quindi sì, c'è ancora tempo per vaccinarsi”.
La maggior forma di difesa rimane quindi il vaccino, oltre alle classiche accortezze per cercare di non ammalarsi e limitare il contagio: evitare, se possibile, i luoghi chiusi ed affollati, lavarsi spesso le mani oltre ad una corretta alimentazione ricca di vitamine ed uno stile di vita sano ed equilibrato.
Giorgia Pradolin