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Infanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo Casanova, veneziano

Per la rassegna dei film girati a Venezia, a cura di Giovanni Natoli, un "Giacomo Casanova" prologo a Fellini.

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Di film sul veneziano più celebre di sempre, Giacomo Casanova, ne sono stati girati molti; dando una scorsa alla voce riguardante il nostro celebre concittadino presente in Wikipedia è possibile trovare una lista esauriente di riduzioni tratte dalle sue celebri “Memorie” o da romanzi ispirati alla sua figura; oppure racconti di fantasia su momenti immaginati o situazioni possibili ma non accadute.

A mio parere il titolo più alto è il “Casanova” di Fellini; una feroce parodia non priva di incanti e di confessioni da parte del regista, che si identificava e si dissociava dal personaggio, che vede Casanova, interpretato da un sublime Sutherland, misconosciuto come intellettuale ma ricercatissimo come macchina del sesso (Fellini si guarda bene dal definirlo amatore, tranne quando una tantum si innamora di Henriette).

Questo “Infanzia, vocazione e prime esperienze”di Comencini potremmo vederlo come prologo a quello di Fellini almeno per motivi cronologici, anche se le differenze di linguaggio cinematografico non lo permettono. Comencini aveva un dono speciale nel raccontare di bambini e sapeva farli recitare. Tutti ricordiamo il miracoloso utilizzo di Andrea Balestri nel suo indimenticato “Pinocchio” televisivo. Io aggiungo la piccola Cleopatra, figlia dei baraccati Sordi e Mangano in “Lo scopone scientifico”. O il protagonista dell’adattamento di “Incompreso”, film che esce dalla mielosa pagina del romanzo per raccontare la fatica di essere un bambino “diverso” nel cuore.

E non c’è dubbio che la parte più riuscita di “Infanzia” sia proprio quella riguardante il piccolo Giacomo, risiedente a casa della nonna (Clara Colosimo). Bambino poverissimo e malinconico. Malinconia che si trasforma in inquietudine col ritorno a Venezia dei genitori, dopo la loro fuga per intraprendere una carriera come attori a Londra. La rinuncia del padre a fare l’artista del palcoscenico per dedicarsi alla vendita di lenti per cannocchiali, l’esuberanza di una madre troppo bella e troppo viva, che non tarda a restare vedova, a causa delle primitive tecniche operatorie del tempo che la priveranno dello sposo, e a spassarsela tra ricchi nobili; gli occhi del piccolo Giacomo sembrano registrare tra il desiderio di apprendere e l’attrazione dei sensi; laddove don Gozzi non manca di far presente che per gente dotata ma di umili origini resta una sola scelta: la carriera ecclesiastica, li dove è possibile trovare potere e rispetto.

Quando il film passa al periodo della giovinezza dove Giacomo è diventato bellissimo abate, il film, pur mantenendo la grazia, perde un po’ di spessore, affannandosi a inseguire le varie vicende in cui Casanova, nonostante la serietà e il carisma delle sue prediche, non manca di essere il centro delle attenzioni di tutte le nobildonne, che grazie al suo fascino non lesinano in offerte per la chiesa. La vicenda si concluderà con la decisione sul fil di lana di Casanova che non rivelo, per ovvi motivi; e che sarà l’inizio della sua carriera che tutti noi conosciamo.

Tenuto conto del fatto che delle autobiografie non bisogna mai fidarsi, la storia di Casanova e comunque interessante perché è quella di un singolare figlio dell’Illuminismo, un’epoca dove personaggi come Cagliostro e Mesmer controbilanciavano la fede nella ragione. Un secolo complesso in cui possiamo ritrovare molte contraddizioni in Casanova stesso.

Il protagonista del film, Leonard Whiting, veniva dal “Romeo e Giulietta” zeffirelliano. Attore discreto la cui recitazione viene migliorata dal sublime doppiaggio di Giancarlo Giannini. Attorno a lui una schiera di attrici bellissime come la già citata Buccella, per proseguire con Tina Aumont, che ritroveremo nel “Casanova” felliniano proprio nel ruolo di Henriette; Silvia Dionisio, la sorella Sofia nel ruolo della finta indemoniata, Loredana Martinez, Cristina Comencini, figlia del regista con un futuro dietro la cinepresa e, su tutte, la magnificenza di Senta Berger che, in un gioco quasi edipico, sveglierà i sensi dell’abatino.

Ma anche il reparto maschile non e da meno: da Grassilli a Lionel Stander, adorabile superiore di Casanova, sempre un po’ irascibile e arruffone e che ribadirà la lezione sul potere già impartita da don Gozzi, a Mario Scaccia come chirurgo sino all’impagabile Wilfrid Brembell, nobile protettore di Casanova, vecchiaccio orrido e libidinoso. Questo attore britannico, non molto conosciuto in Italia, era il protagonista della sitcom “Steptoe and son”, dalla quale negli U.S.A. ricaveranno “Sanford and son”, che noi ricordiamo meglio.

Infanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo Casanova
La locandina del film

Dal punto di vista delle locations il film presenta diverse curiosità. La storia si svolge tra Venezia e Padova; ma Padova è rappresentata in parte girando a Venezia, in parte a Viterbo. L’abitazione del Casanova bambino si trova verso il termine di fondamenta della Tana, di fronte alle mura di cinta dell’Arsenale. Viene ripreso spessissimo il campo di s. Francesco de la Vigna, con l’inconfondibile colonnato; lì si trova l’ingresso di un Ridotto dove la madre di Giacomo, Zanetta, riacende i mai sopiti ardori monndani. In campo santa Giustina sono ambientate scene del carnevale, tra cui una precisa rievocazione delle “Forze d’ercole”.

Invece le scene relative alla scuola di don Gozzi a Padova sono girate a…Venezia, in campiello del Piovan, vicino alla scoetta dei caegheri a s. Tomà. Il palazzo del nobile tutore vede come esterni il Conservatorio Marcello. In una piazza san Marco, dove è sapientemente ricostruito l’antico carnevale, abbiamo un tendone dove e custodito “Il Mostro”, una curiosità che attira e spaventa (in realtà si tratta di un rinoceronte, che al tempo nessuno aveva mai visto). Per tutte le scene relative al finale nella villa invece si è usata una location nel viterbese. Tirando le somme “Infanzia, vocazione e prime esperienze” è nel complesso un film più che godibile e a tratti acuto a cui però dopo un notevole incipit vengono sciolte troppo le briglie. Ma per noi veneziani resta un film che può appagare, anche per la cura della messinscena, grazie alle scenografie del grande Piero Gherardi e alla bella fotografia di Aiace Parolin.
Il film è facilmente reperibile su Raiplay.

INFANZIA, VOCAZIONE E PRIME ESPERIENZE DI GIACOMO CASANOVA, VENEZIANO
(1969) Luigi Comencini
Con: Leonard Whiting, Maria Grazia Buccella, Raul Grassilli, Wilfrid Brambell, Senta Berger

Giovanni Natoli

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6 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Ricordo che ci siamo fatti il mazzo,si doveva essere alle 5 del mattino alle Zattere per trucco e parrucco, ervamo in estate e vestirsi con abiti pesantissimi, si iniziava a girare verso le otto del mattino, per esempio la scena in campo S.Maria Formosa molti sono svenuti per il caldo.Si finiva verso le sette di sera, ma in quel tempo i soldi li prendevi subito, no come oggi che ti pagano dopo tre mesi ( vedi The Tourist ). Chi stava molto bene era la splendida Maria Grazia, sempre con le tette fuori. E stato molto più bello Casanova con Fellini, ci siamo divertiti.
    Shylock the first

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