E’ morta lo scorso marzo, Luigina Cocco di 91 anni e ancora adesso, dopo 18 mesi, è ‘ospite’ all’obitorio di Padova con i sei medici che l’avevano in cura sotto accusa per omicidio colposo.
I figli hanno, infatti, richiesto l’autopsia che si è svolta solamente pochi giorni fa, il 24 settembre scorso. Per i risultati ci vorranno ancora 60 giorni, intanto, la povera donna continua a non essere sepolta e a “risiedere” nell’obitorio.
La travagliata vicende della signora Cocco ha inizio il 21 gennaio 2012 quando è stata trasportata d’urgenza al Pronto Soccorso di Padova per la rottura del bacino. Viene poco dopo dimessa, ma a causa di alcune complicazioni rientra in ospedale il mese successivo per curare una grave insufficienza renale. La donna viene sottoposta ad una terapia di idratazione per alcuni giorni che le causa un aumento sostanzioso di peso.
A quanto sostengono i figli dell’anziana, la loro madre ha iniziato a gonfiarsi e a trasudare acqua tanto da formare una pozzanghera sotto il letto. A questo si aggiunge un’accusa di trattamento coagulante troppo aggressivo. Per i medici, però, tutto sarebbe proseguito per il meglio e questo anche la mattina della sua morte.
Scatta immediatamente la denuncia, ma la Procura archivia il caso con forte disapprovazione da parte dei figli della donna. L’udienza finisce, però, per protrarsi per oltre un anno a causa di problemi famigliari che hanno colpito il giudice. Solo una richiesta da parte dell’obitorio riesce a smuovere la situazione e il caso passa ad un nuovo giudice che dà, dopo un anno e mezzo di stallo, il nulla osta per l’autopsia e le indagini.
Sara Prian
[01/10/2013]
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