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Il Tar da ragione al Veneto sulla scuola, superiori in didattica a distanza

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Il Tar ha dato ragione al Veneto sull’ordinanza per la scuola superiore che resta in didattica a distanza fino a fine gennaio. Il tribunale amministrativo regionale ha respinto il ricorso delle famiglie contrarie alla disposizione del presidente Luca Zaia. «Bisogna pensare anche alla preoccupazione degli studenti che hanno a casa, ad esempio, pazienti oncologici», ha detto il presidente Zaia. «Sono motivazioni legittime». Vedremo come procedere a fine mese. Intanto domani c’è la decisione del governo sulla classificazione in base ai colori delle regioni.

Dati in calo

Un migliaio i nuovi contagi in 24 ore in Veneto, meno di 54 mila i positivi attuali. I decessi sono 8.364 in tutto, da inizio pandemia. Continua il calo dei contagi e dei ricoveri: in ospedale ci sono 2.465 ricoverati in area non critica e 333 in terapia intensiva. «Abbiamo avuto una concentrazione di ospedalizzazioni e mortalità eccezionale in Veneto, in un mese e mezzo – ha detto Zaia, che ha richiamato all’osservanza delle regole – Il nostro Rt è a 0,82». Si attende il verdetto sulla classificazione che per Zaia dovrebbe essere arancione o gialla.

Area gialla o arancione

Domani il verdetto del ministro della Salute Roberto Speranza. «Dipende tutto da noi – dice Zaia – Se il tema è il coprifuoco, vuol dire che certe regole possiamo auto imporle indipendentemente dal giallo o dall’arancione». In arancione però bar e ristoranti restano chiusi. Con l’area gialla potrebbero riaprire, per questo il tema della ripartenza delle scuole in presenza è legato anche alla decisione del ministro della Salute, in base ai parametri. Occorrerà attendere il verdetto domani, venerdì 22 gennaio. Intanto si attende anche di recuperare le oltre 20 mila dosi di vaccino che mancano all’appello per effetto del taglio Pfizer. Un rallentamento imposto che non aiuta sulla campagna di immunizzazione in atto.

 

 

 

 

 

 

 

 

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