Il Comune di Venezia sta valutando diverse opzioni per trovare fondi per finanziare il progetto ‘Il Bosco dello Sport’, dopo che l’Unione Europea ha espresso uno stop (non definitivo) sull’utilizzo dei fondi del Pnrr per finanziare il progetto “nuovo stadio a Tessera” . Renato Boraso, assessore alla mobilità, alle infrastrutture e alla viabilità, ha proposto la vendita di un’opera d’arte, l’opera di Klimt: ‘La Giuditta’, di proprietà dei Musei Civici di Venezia, come soluzione estrema per trovare i fondi necessari ai lavori di Tessera. Nel 2015, l’ex sindaco Luigi Brugnaro aveva avanzato la stessa proposta, ma era stata respinta dalla sottosegretaria ai Beni culturali, Ilaria Borletti Buitoni.
Il progetto ‘Il Bosco dello Sport’ prevede la costruzione dello stadio e un’arena in un’area verde, con un costo complessivo di 308 milioni di euro, parte dei quali dovrebbero provenire dai fondi pubblici. Tuttavia, l’Unione Europea ha espresso preoccupazioni sull’utilizzo dei fondi del Pnrr per finanziare il progetto, e sembra propendere per uno stop al finanziamento del Pnrr anche per la riqualificazione dello stadio Artemio Franchi di Firenze.
Boraso ha affermato che la vendita dell’opera di Klimt potrebbe coprire il fabbisogno di 93,5 milioni di euro per il progetto ‘Il Bosco dello Sport’. Nel 2015, l’opera era stata valutata tra i 70 e i 90 milioni di euro, ma ora potrebbe valere ancora di più. Naturalmente, però, la proposta di vendere l’opera d’arte ha sollevato polemiche, in particolare perché l’opera fa parte del patrimonio artistico e culturale dei Musei Civici di Venezia.
Boraso ha precisato che si tratta di una soluzione estrema e che spera che non sia necessario arrivarci. In ogni caso, la vendita dell’opera di Klimt inevitabilmente solleverà nuove critiche, soprattutto da parte degli esperti d’arte e dei difensori del patrimonio culturale locale e nazionale.
Aggiornamento ore 19.45: la smentita.
Il Comune di Venezia non ha alcuna intenzione di vendere la Giuditta di Klimt. Lo rileva, in una nota, l’assessore comunale Renato Borsaso sottolineando che si è trattato di “un pesce d’aprile consegnato in ritardo alla Nuova di Venezia”. L’assessore ricorda di non essere nuovo a queste boutade:” il primo di aprile avevo rilanciato su Gazzettino e Corriere del Veneto la ripresa del progetto della sublagunare, con tanto di disegni del fantomatico professore Giappone Mizuno Nasaj, abbandonato in realtà nei primi anni Duemila. Ma le due testate locali, conoscendolo, ne avevano subito colto la vena ironica”.
“La Nuova Venezia – osserva – sta trattando la vendita delle quote della proprietà, forse si sono distratti ed hanno accumulato un po’ di ritardo nelle notizie… 9 giorni dopo, per questo li comprendo. In compenso- precisa – ho animato la discussione sulle tavole di Pasqua e Pasquetta. Il Klimt resta a Venezia Anzi, ad essere sinceri ora è al Mart di Rovereto, prestato nell’ambito di una stretta collaborazione tra i due musei. Andate a visitarlo se siete da quelle parti. Ma – conclude – tornerà presto a Ca’ Pesaro” (ANSA).
Purtroppo temo non sia un pesce d’aprile (in ritardo, tra l’altro), ma un tentativo di buttare il sasso e vedere come la gente reagisce.
Chi fa battute del genere, in malafede o per scherzo, non è degno di gestire una città come Venezia e una persona civile avrebbe avuto il buon gusto di dimettersi (ma chissà di quale lega di bronzo è fatta la sua faccia).
Ma perché Gigio lo stadio non lo paga vendendo l’UMANA ? ….e Klimt resta lì dov’è e dove è giusto rimanga
Dello stadio credo non interessi alla gran parte dei veneziani, perchè non proponete un bel referendum a tal proposito ? ma devono votare solo i veneziani, lo stadio lo paghi la lega calcio, visto quanti soldi hanno a disposizione per pagare i nuovi gladiatori, chiedete a Ronaldo di farvi un prestito a lungo termine, non vorrete costruire lo stadio con i soldi del PNRR, ci sono cose molto più importanati da fare. Shylock the first
Io capisco tutto, magari la notizia era falsa, magari no, magari era stata l’idea del batsindaco preso dall’ego, magari qualche assessore ha esagerato con gli spritz sopra il mulino stucky, ma quando leggo stè robe mi vien sempre da ridere.
Vendere una qualunque opera dal valor culturale acclaratono non si può fare perchè:
a- il comune non ha titolo di proprietà su essa, tutte le opere di valore culturale sono proprietà demaniale, dello stato
b- l’alienazione di opere a valore culturale sarebbe una perdita netta punita dalla conte dei conti
c- si profilerebbe il reato di ricettazione
Peraltro:
d- il valore dell’opera sarebbe cmq insufficiente persino per pagare le mandorline legato allo stadio
Quindi “fioi bevè de meno”
L’ignoranza sembra imperare.
Mo’ sarà anche stato un pesce d’aprile, ma il mio uovo di Pasqua è cercare di vendere con lo sconto il primo cittadino.
Ho sbagliato a non votare la divisione di Venezia da Mestre. Non solo stanno portando piano piano gli uffici comunali a Mestre ma vogliono vendere pure il patrimonio artistico per i loro affari. Ormai i veneziani d’acqua contano meno della metà di niente. Rifacciamo il referendum e togliamoci di torno questa amministrazione
C’è ancora quella statua di Napoleone acquistata con parecchi soldi pubblici ? Se si allora si potrebbe venderla , magari per sistemare case pubbliche e altri lavori urgenti……