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Il compagno ha mescolato l’acido alla bevanda della donna incinta

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Il compagno ha mescolato l'acido alla bevanda della donna incinta

«Temevo per la sua salute», ha detto in lacrime davanti agli investigatori che lo incalzavano. Lui è il giovane futuro papà che ha avvelenato la sua compagna con la soda caustica. Ha confessato il fatto atroce e ora per lui comincia l’iter giudiziario.

Lui voleva l’aborto perché l’ecografia parlava di una possibile malformazione del feto. E visto che la sua compagna era prossima al parto, essendo all’ottavo mese di gravidanza, martedì scorso ha pensato al gesto estremo: un detergente per piatti a base di acido da mescolare ad una bibita gassata della fidanzata incinta. Un veleno, una sostanza caustica. Due sorsi e lei è stata colta da dolori lancinanti che all’ospedale Maggiore di Bologna hanno collegato alle lesioni allo stomaco ed esofago da avvelenamento.

I primi bollettini medici parlavano di: «Condizioni gravissime». Ora la donna sembra fuori pericolo con nessuna complicazione per il feto.

La gravidanza della compagna, con cui aveva una relazione nata da poco, ma ancora di più il problema riscontrato al bambino avevano fatto nascere in lui, 35enne dipendente pubblico, una profonda angoscia. Questo sentimento, covato da un po’ di tempo a insaputa della donna, lo ha portato alla decisione di far abortire la donna, coetanea che lavora come infermiera dell’assistenza domiciliare, facendole bere un prodotto da lavastoviglie, mescolato ad una bibita gassata.

I due erano in procinto di andare a convivere a Valsamoggia, comune diffuso del primo Appennino Bolognese. Lei ora è ricoverata in Rianimazione dell’ospedale Maggiore di Bologna. Dopo una lavanda gastrica è cosciente, i medici sono cautamente ottimisti, ma la prognosi rimarrà riservata ancora qualche giorno: bisognerà accertare che la lesione non si estenda.

Il feto non ha subito danni dall’ingestione della sostanza da parte della madre. Il padre invece è nel carcere della Dozza, sottoposto a fermo per lesioni gravissime: nell’udienza di convalida, probabilmente già oggi, la Procura chiederà per lui la misura cautelare più severa.

L’avvelenamento risale a martedì sera, quando la donna si è presentata al pronto soccorso di Bazzano con forti dolori allo stomaco e conati. Ieri, dopo i primi accertamenti senza esito sul supermercato dove era stata acquistata la bottiglietta di plastica, la svolta nelle indagini dei Carabinieri e del Nas è avvenuta durante l’interrogatorio del compagno, crollato davanti al Pm, messo di fronte ad una serie di contraddizioni.

Dopo aver chiesto una pausa, ha ammesso di essere stato lui a voler provare a provocare l’aborto ed è stato invitato a nominare un legale.
Incensurato, descritto come persona tranquilla e innamorato della compagna, avrebbe perso il controllo: il problema della gravidanza, ragiona un investigatore, lo ha sicuramente gettato in uno stato di profonda angoscia.

La vicenda è coperta di riserbo e ha ancora elementi da approfondire. “Il movente – si è limitato a dire il procuratore aggiunto Valter Giovannini – non è ancora chiaro. La Procura non intende fornire ulteriore particolari per rispetto della donna e del figlio che ha in grembo”.

Sulla base di quanto dirà l’indagato nell’interrogatorio davanti al Gip, si potrà valutare l’elemento psicologico della sua condotta: se si riterrà che abbia accettato il rischio che la compagna morisse, si potrebbe imputare il tentato omicidio volontario, con il dolo eventuale.

Se il fermo sarà convalidato, l’uomo sarà sospeso dal lavoro e sarà avviato il provvedimento disciplinare, come previsto dalla legge.

Mario Nascimbeni | 04/06/2016 | (Photo d’archive) | [cod sodaca]

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