Giulia Cecchettin e l’ex fidanzato Filippo Turetta non si trovano, ma quello che si fatica ad accettare è che dopo 4 giorni non si abbiano risposte certe alle domande sul tavolo: se è una fuga in auto, non fanno mai benzina? Nessuno li vede e nessuno li riconosce quando si fermano per mangiare, riposare, usare le toilette…? Quanto denaro avranno potranno avere dietro per non usare mai il bancomat?
Giulia Cecchettin, laureanda, doveva laurearsi oggi, e forse questo è stato un elemento determinante. Filippo Turetta non vedeva di buon occhio la laurea imminente di Giulia, temendo che ciò avrebbe comportato un allontanamento definitivo tra loro con la ragazza che andava avanti mentre lui restava fermo. Ciò si sarebbe andato a sommare al carattere possessivo di lui che aveva contribuito a porre fine alla loro relazione mesi prima.
Ora la situazione attuale vede il congelamento dell’iter di laurea di Giulia a causa dell’ultimo step amministrativo mancante, ovvero l’inserimento dell’ultima versione della tesi nel sistema dell’Università di Padova. Contemporaneamente, i Carabinieri continuano le indagini e gli accertamenti, mentre ieri i familiari più stretti di Giulia sono stati sentiti in caserma.
Il padre della giovane, Gino Cecchettin, ha dichiarato di collaborare pienamente con le forze dell’ordine, fornendo tutte le informazioni necessarie. “Sto aiutando in tutti i modi i Carabinieri a dare le informazioni che a loro servono – chiarisce – Altri elementi a me non li hanno dati. Giulia deve tornare, altro non ho da dire”.
Le ricerche, condotte dagli investigatori e dai vigili del fuoco, si concentrano sulle strade potenzialmente percorse dai due giovani a bordo di una Fiat Punto nera. L’elicottero dei pompieri, decollato da Tessera, ha perlustrato ampiamente la zona, spingendosi fino al Pordenonese. Nonostante controlli accurati su auto simili a quella ricercata, non sono emersi nuovi indizi.
E sono diverse le domande sul tavolo. L’ultima ipotesi dice che l’auto di Filippo Turetta potrebbe aver superato i confini. La Fiat Punto nera sarebbe stata avvistata a San Candido, in Alto Adige, in direzione Austria. Ma anche in questo caso, non vi sono conferme ufficiali o elementi definitivi per poterlo dire con certezza.
Secondo una ricostruzione teorica l’auto starebbe dunque viaggiando da quattro giorni attraverso tre regioni fino ad arrivare al confine con l’Austria.
Come possono i due ragazzi disporre di denaro in contanti (non risulta mai usato il bancomat) per vivere fuori quattro giorni? L’auto sembra non aver mai fatto benzina, i due ragazzi sembra non abbiano mangiato e dovrebbero aver dormito in auto. E’ possibile che non ci sia mai stato qualche avvistamento o l’incrocio con qualche pattuglia?
Le bocche degli investigatori sono più che cucite, ma la sensazione che si coglie è quella che è attesa la svolta decisiva da un momento all’altro. Essa sarebbe imminente, perché dopo quattro giorni si è raggiunto il massimo del tempo sostenibile di vita in auto.