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Giorno della Memoria dedicato a Liliana Segre. Di Andreina Corso

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Il 27 Gennaio è la Giornata della Memoria, quest’anno lo dedichiamo a Liliana Segre, perché il coraggio della scrittrice novantenne è grande, ed è un dono da custodire e da tramandare. Il 27 gennaio è la data scelta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per la “Giornata internazionale di commemorazione in memoria delle vittime della Shoah”, istituita il 1° novembre 2005.

Ricorrevano i 60 anni dalla liberazione dei campi di concentramento. “Tutti abbiamo il diritto e il dovere di ricordare. Ricordare per non negare; ricordare perché la storia insegna; ricordare perché uomini, donne e bambini senza colpa sono stati torturati e portati alla morte”. Nel nostro Paese si dedica il 27 gennaio alla Memoria, al ricordo di una tragedia che sembra tanto lontana, ma che in realtà risale solo a poco più di mezzo secolo fa: la Shoah. Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche sfondarono i cancelli di Auschwitz e liberarono i pochi prigionieri rimasti vivi. Per questo è stata scelta proprio questa data .

“Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo”. Nelle parole di Anna Frank è racchiuso il senso del Giorno della Memoria, ricorrenza che si celebra in gran parte del mondo, ogni anno, il 27 gennaio.
Una data fortemente simbolica, scelta per commemorare i milioni di vittime della Shoah, ma non solo. Una data da portare impressa del cuore, di cui vogliamo ribadire l’importanza ripassando quando è nata, perché e cosa significa “Giornata della Memoria”.

[. . .] Il campo era stato evacuato e in parte distrutto dalle SS prima dell’arrivo dei russi. Le truppe sovietiche vi trovarono circa 7.000 sopravvissuti, insieme a corpi morti, abiti, scarpe, tonnellate di capelli, strumenti di tortura e di morte.
La data della liberazione di Auschwitz, raccontata da Primo Levi nel suo libro La tregua, è diventata il Giorno della Memoria. Nella sola “fabbrica della morte” furono uccisi almeno un milione di prigionieri: uomini, donne, bambini. Quasi tutti ebrei. Ma anche polacchi, Rom, Sinti, prigionieri di guerra sovietici, testimoni di Geova e altri nemici della Germania di Hitler.
Tutto questo ci narra la storia.

Liliana Segre, con il suo libro Scolpitelo nel vostro cuore, rivolto ai bambini e ai ragazzi, ha raccontato la sua terribile esperienza, il suo dolore, le cicatrici della sua infanzia annullata dal nazismo e dai campi di concentramento. Liliana è riuscita a non spegnere, tuttavia, la fiammella della speranza.
“Scegliete sempre la vita. Non fatevi abbattere dalle difficoltà. Se ce l’ho fatta io, ce la farete anche voi”, scrive rivolgendosi ai suoi giovani lettori che scolpiranno nel loro cuore la sua storia, affinché mai si ripeta quell’orrore.

Liliana Segre nasce a Milano da una famiglia ebraica e a soli otto anni viene espulsa da scuola. A tredici anni viene deportata ad Auschwitz e successivamente liberata dalla prigionia nel 1945. È tra i 25 sopravvissuti dei 776 bambini italiani di età inferiore ai quattordici anni che sono stati deportati. A metà degli anni ‘90 decide di portare nelle scuole la sua storia e di farsi portavoce dell’orrore che ha vissuto sulla sua pelle.
Nel 1943 Liliana Segre è una ragazzina semplice che a soli tredici anni viene strappata dalle sue radici per essere prima imprigionata e poi condotta ai campi di sterminio di Auschwitz. Straziante la sua separazione dal padre. Oggi Liliana Segre è una nonna che ci racconta quel viaggio terribile intrapreso insieme a migliaia di persone dal binario 21 della stazione di Milano. Segre non trasmette odio, risentimento. Invita a non essere indifferenti, con un linguaggio attento e generoso rivolto agli uomini e alle donne di domani. Lo fa per dono, con i suoi splendidi novant’anni.

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