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Giorgia Meloni e le minacce di morte: preso il responsabile

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Giorgia Meloni e le minacce di morte via Twitter: preso il responsabile.
“Non scherzo: io mi faccio 40 anni di carcere, almeno mangio, ma ti sventro…”, “Finiscila co sta cosa di togliere il Reddito di Cittadinanza…”.
Queste alcune delle frasi “pubblicabili”, ma non le peggiori, agghiaccianti davvero, che decidiamo di non diffondere ulteriormente dato che riguardano una minore.

Le parole scritte in un crescendo di intimidazioni e minacce di morte, condite da epiteti e offese sessiste, ora hanno un volto e un nome. Sashamanexi1, pseudonimo comunque accompagnato dalla foto reale, come appurato dalla polizia postale, è l’autore dei messaggi indirizzati via Twitter a Giorgia Meloni e a sua figlia di 6 anni.

L’uomo, S.L., è un 27enne disoccupato di Rosolini, nel siracusano, ora indagato per violenza privata nei confronti del premier. Da oltre un anno e mezzo beneficiava del reddito di cittadinanza. E’ già noto per alcuni precedenti di droga.

Messaggi choc la cui denuncia, subito presentata da Fratelli d’Italia, sconvolge il mondo politico e non. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, un “fare fronte comune contro chi alimenta un pericolosissimo clima di odio e di violenza” ed è necessario il “massimo impegno perché il confronto politico, pur nella differenza delle posizioni, rimanga sempre saldamente ancorato ai principi di reciproco rispetto”.

Alzata di scudi anche contro i M5s e il suo leader, accusati dalla maggioranza di fomentare le piazze e, addirittura, di “armare le mani di questi folli che poi decidono di minacciare e spingersi oltre”. “Stanno armando, lo ripeto e lo rivendico” dice, alzando ancora di più lo scontro, la capogruppo di Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli mentre tutti i partiti, M5s compreso, e le forze sociali, come le tre confederazioni sindacali, esprimono la loro solidarietà e la vicinanza alla premier.

Invece, una “ferma condanna, senza se e senza ma” arriva a metà mattina dal leader M5s, Giuseppe Conte. “Questi gesti sono esecrabili, bisogna stare vicino alle istituzioni” chiarisce l’ex presidente del Consiglio ricordando di averne ricevute molte anche lui quando ricopriva lo stesso incarico: “Io so cosa significa ed è inaccettabile. Ci sono passato”.

C’è anche chi, prima che Conte prendesse nettamente le distanze dal fatto, lo accusa di “silenzio compiacente” e nota che da parte del M5s non una parola di solidarietà era arrivata contro le minacce che poche ore prima erano arrivate anche al ministro Guido Crosetto. Il sottosegretario Augusta Montaruli a questo proposito è perentoria: “è lecito pensare che tale silenzio reiterato non sia casuale, ma voluto e compiacente”.

Poi la presa di distanze di Conte e del Movimento arriva: ma ugualmente la pioggia di accuse arriva dal centrodestra (che ipotizza anche una “stretta” legislativa sugli hater social), mentre il Pd e l’alleanza rosso-verde si limitano ad esprimere solidarietà alla premier.

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