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Ghiaccio e argento di Stina Jackson – Esordio thriller tipico dalle atmosfere nordiche

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Atmosfere primordiali, buio, odori di muschio e altri meno buoni, in quattro e quattr’otto, il lettore si ritrova catapultato in Ghiaccio e argento, il romanzo d’esordio di Stina Jackson (Longanesi, pagg, 352, €19,50) nelle tipiche ambientazioni dei classici romanzi nordici: genuini, ”crudi” e crudeli, al punto giusto!

Il protagonista è Lelle, insegnante di liceo e padre di un’adolescente, scomparsa tre anni prima. Ogni notte la trascorre alla guida della sua auto; conosce ogni metro degli oltre cinquecento chilometri della Via dell’Argento (la strada che serpeggia tra gli alberi dell’antica foresta nel Nord della Svezia, al confine con la Norvegia), conosce ogni paesino , ogni insediamento, ogni specchio d’acqua, sempre alla ricerca di sua figlia Lina e solamente in estate, perché in autunno inizia l’anno scolastico e deve interrompersi.
Ad intrecciarsi alla sua esistenza c’è quella di Meja, una 17enne che arriva in città costretta a trasferirsi nel nord della Svezia a causa della madre, innamoratasi di un uomo conosciuto a distanza. Lontana da tutto ciò che amava, Meja è sola e disperata, finché non incontra qualcuno che può darle più di quanto abbia mai avuto: una nuova famiglia.
Con l’arrivo dell’autunno e la sparizione di un’altra ragazza, i destini di Lelle e Meja inizieranno ad intrecciarsi.

Lelle è un tipo solitario, divorziato dalla moglie Annete subito dopo la scomparsa della loro figlia Lina, che per lui rappresentava tutto il suo mondo, un microcosmo che dopo il tragico fatto è diventato scuro, esattamente come il paesaggio buio del nord della Svezia, durante l’inverno.

É l’estate però, la stagione in cui, a bordo della sua auto, senza mai dormire (a causa anche della tanta luce) attraversa quella che lui chiama la Via dell’Argento, quell’autostrada che percorre in lungo il confine tra Svezia e Norvegia, in mezzo agli alberi e in mezzo a paesaggi spettrali, che nascondono personaggi e luoghi unici, quanto terrificanti.

Non se la passa meglio Meja, la co-protagonista. Una ragazza abbandonata a se stessa, troppo piccola per badare alla madre alcolizzata e con problemi psichici, che è alla continua ricerca di stabilità e di una famiglia. Ed ecco, quando pensa di aver trovato la persona giusta per lei, con annesso nucleo familiare, che la sua vicenda assume altri risvolti.

Per fortuna, nella seconda parte del libro, le esistenze di Lelle e Meja si intrecciano. Uno servirà emotivamente e materialmente all’altro, per riuscire a sopravvivere, vivere e trovare la verità, fin troppo nascosta nei meandri di quel nord svedese boscoso, che sembra sospeso nel tempo.

Ghiaccio e argento rappresenta un esordio magistralmente scritto. Il lettore vive le emozioni e le angosce dei personaggi descritti, fino alla fine si ritrova ad indagare insieme al protagonista, a provare le sue ansie e frustrazioni e grazie anche alle atmosfere dark e malinconiche, è facile innamorarsi di questo romanzo, che finisce per essere suspense pura. Consigliato a chi ama già la letteratura nordica e un trampolino per chi ancora non la conosce bene.

Alice Bianco

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