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Duplice omicidio di Mestre: il prof impazzito di gelosia invita a cena e uccide la coppia

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Duplice omicidio di Mestre: il prof impazzito di gelosia invita a cena e uccide la coppia

Il duplice omicidio di Mestre si può raccontare così. Un invito a cena per l’ex fidanzata e l’attuale compagno.

L’ex compagno della donna durante la cena stordisce i due versando loro di nascosto un farmaco dentro alla bibita servita e infine li uccide.

All’uomo viene riservato il trattamento più cruento massacrandolo a sprangate. Il suo corpo viene poi trascinato fin nel cortile condominiale.

La ragazza invece viene soffocata nella camera da letto con un tessuto imbevuto di cloroformio.

Poi l’assassino chiama la polizia: “Venite a prendermi”.

Duplice omicidio di Mestre che si svolge dunque nello scenario di una cena casalinga tra amici in una afosa notte di giugno.

Le vittime sono un giovane ingegnere napoletano di 31 anni, Biagio Junior Buonomo, e la sua fidanzata russa di 30, Anastasia Shakurova.

La mano che li ha uccisi è quella dell’ex compagno di lei, Stefano Perale, 50 anni, un docente formatore, e il luogo in cui si è consumato il delitto è proprio l’appartamento di proprietà dell’uomo, al primo piano di una palazzina degli anni ’90, decorosa e ordinata, in via Abruzzo, una strada dell’immediata periferia di Mestre.

E’ stato lo stesso Perale, in stato confusionale, a chiamare in piena notte la Polizia e confessare: “venite ho ucciso due persone”.

Quando gli agenti sono arrivati, i segni della carneficina erano ancora evidenti, a partire dalla grande macchia di sangue all’ingresso del condominio.

L’uomo ha prima fatto bere alla coppia una sostanza narcotizzante, mescolata alle bibite servite a tavola, e poi li ha finiti. Si è accanito prima sulla sua ex, una bella ragazza dai lunghi capelli castani che aveva studiato all’Università Ca’ Foscari di Venezia, soffocandola in camera da letto, forse con un fazzoletto premuto a lungo sul volto, e poi ha rivolto la sua rabbia contro il ‘rivale’, colpito a sprangate in cucina e finito, secondo una ipotesi, proprio nell’ambito del palazzo, raggiunto in un disperato tentativo di fuga.

La macchina nera della vittima, che lavorava nel veneziano per seguire il progetto del Superjet russo SSJ-100, è ancora parcheggiata sotto casa del suo carnefice ed è stata più volte sfiorata dagli uomini della scientifica, coordinati dal pm di turno Giorgio Gava, nel loro andirivieni sul luogo del delitto.

Mentre i cronisti stazionavano sotto casa, è improvvisamente arrivata la madre dell’omicida, insieme ad un parente. Abita poco lontano ed era stata avvertita da un conoscente dell’affollamento di auto della Polizia davanti alla palazzina del figlio.

Ha chiesto subito a chi le si è parato davanti cosa fosse accaduto e sono stati gli stessi giornalisti ad accennarle l’accaduto.

La donna è ammutolita, il volto ha perso ogni espressione, e ha seguito come un automa gli agenti all’interno dell’appartamento per uscirne quasi un’ora dopo.

Nessuno, almeno all’apparenza, ha udito nulla di quanto accaduto nella notte, complice anche il fatto che l’appartamento sovrastante è vuoto perché in vendita.

I vicini di casa parlano di Perale come di una persona tranquilla, che si vedeva in giro sempre da sola e che scambiava poche parole con chi incontrava.

Nessuno sa raccontare di più, riferire particolari, testimoniare anche solo chiacchiere banali da ballatoio. Uno solo dei condomini si è accorto del momento in cui l’uomo si è consegnato volontariamente agli agenti, avvolto sino alla testa da una coperta.

Di lui parlano soprattutto le foto pubblicate sul profilo Facebook e raccontano l’apparenza di un uomo sorridente e pieno di interessi, conosciuto per organizzare periodicamente gli ‘spritz english’ con gli studenti, incontri per bere assieme l’aperitivo parlando rigorosamente in inglese.

Il legale di Perale, l’avvocato Matteo Lazzaro, ha riferito che nel primo interrogatorio il suo assistito si è avvalso della facoltà di non rispondere. “E’ molto provato per l’accaduto – spiega -, molto stressato”.

Il collegio difensivo, di cui fa parte anche l’avv. Nicoletta Bortoluzzi, ha già provveduto alla nomina di un proprio perito medico legale e sta valutando l’ipotesi di chiedere una perizia ad un secondo consulente.

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(nella foto: l’arrivo della Polizia Scientifica nel condominio del duplice omicidio)

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