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Domenico Zorzino, un eroe vero dei nostri tempi

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Ieri, quando i sommozzatori hanno ritrovato i corpi di Valerio Buoso, 75 anni, e del poliziotto-eroe Domenico Zorzino, 49 anni, nel fiume Gorzone ad Anguillara, nella Bassa Padovana, in molti hanno pianto. Lacrime autentiche, pianto di chi sta male. “Poliziotto-eroe” è definizione forse un po’ svalutata nei nostri tempi, ma proprio questa è una delle rarissime occasioni in cui è appropriata.

Il poliziotto libero dal servizio, stava facendo una passeggiata quando ha visto un’auto in un canale che si stava inabissando. Non ci ha pensato un attimo: Domenico Zorzino si è tuffato in acqua per salvare l’anziano caduto nel fiume a bordo della sua Ford Fusion rossa. Anche il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Cristiano Cusin, non ha potuto trattenere le emozioni quando i suoi sommozzatori sono riusciti a recuperare i due dal fondo fangoso del fiume. “Abbiamo trovato entrambi i corpi. L’ufficiale di polizia teneva ancora stretto il braccio dell’anziano, come previsto durante le manovre di soccorso”, ha detto con le lacrime agli occhi. La tragedia che si è consumata ad Anguillara in quello sfortunato venerdì pomeriggio è una storia di altruismo, coraggio e sprezzo del pericolo finita in tragedia.

Nel momento in cui il sommozzatore ha ritrovato i cadaveri nelle gelide acque del Gorzone, non c’erano più colori istituzionali, divise, distintivi o ruoli predefiniti: carabinieri, vigili del fuoco, carabinieri, dall’ufficiale preposto al questore, dal ispettore al sottufficiale, tutti corsero lungo l’argine per aiutare i sommozzatori a portare il corpo dell’anziano e le spoglie dell’eroico poliziotto fino alla strada dell’argine.

Eppure “eroe” è una parola che non riempie la perdita di un padre, di un figlio o di un marito con abbastanza conforto per una famiglia. Così, quando un poliziotto si avvicina al padre di Domenico Zorzino, Giovanni, cercando di incoraggiarlo, il vecchio non riesce a contenere il suo dolore: “Eroe? Eroe? Era troppo eroe! Se n’è andato, Domenico non c’è più. Questa è la realtà. È finito, è tutto finito”.

Ma c’è un’altra famiglia che ha pianto ieri, quella di Valerio Buoso, che oltre al dolore per la perdita di una persona cara deve fare i conti con l’estremo sacrificio di Zorzino, morto cercando di salvarlo. L’uomo che spesso era passato davanti alla loro casa mentre portava a spasso le sue due amate cagnoline, Kyra e Nora. «Per noi è una doppia perdita», dice con voce tremante Emanuela Buoso, sorella di Valerio, «perché conoscevamo Domenico. E perché pensiamo al dolore della moglie e del figlio che ora sono senza padre. tipo. Anch’io ero vedova, sola con un bambino di 13 anni”.

Il solo pensiero di Emanuela le spezza la voce in un singhiozzo, incapace di trattenere le lacrime. «Ha avuto un infarto», dice, «andava lassù sull’argine solo per vedere la sua terra. Martedì doveva essere operato al cuore. È stato un infarto», ripete, quasi erano una giustificazione. Quasi fosse una consolazione per non continuare a provare quell’inspiegabile senso di colpa anche per la morte di Zorzino. Come se qualcuno, a parte il destino, fosse davvero colpevole di una simile tragedia.

I corpi sono stati ritrovati in un punto semi nascosto sul fondo fangoso ricoperto dalla vegetazione fluviale, a una decina di metri dal punto in cui l’auto era affondata venerdì pomeriggio. Il poliziotto era quasi riuscito a salvare l’anziano che era caduto nel fiume Gorzone all’interno della sua vecchia Ford Fusion rossa, probabilmente a causa di un infarto, mentre stava andando a tagliare la legna. Erano le 16 quando l’agente di polizia, a passeggio con le sue cagnoline, vede l’ auto inabissarsi. Lega gli animali a un albero ed è corso giù dall’argine già chiamando il 112: «Un’auto è finita nel Gorzone, correte». Sono le sue ultime parole, registrate nella telefonata al numero di emergenza, prima di tuffarsi in acqua in aiuto di chi ci potesse essere intrappolato nell’abitacolo.

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