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Dipendenti Pubblici: finita l’epoca dei “fannulloni”. Reperibilità nella malattia come nel privato

Visite fiscali "di controllo" al dipendente pubblico nelle attuali fasce orarie (9-13 e 15-18) illegittime per la disparità con il privato.

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Dipendenti Pubblici: finita l’epoca dei “fannulloni” di “brunettiana memoria”. Con l’inizio del nuovo millennio ci si è finalmente accorti che il lavoratore pubblico ha pari impegno di quello del privato. La disaffezione agli ultimi concorsi (vedasi come esempio l’ambito sanitario per tutti) ha obbligato a guardare in faccia una realtà consolidata da anni di meccanismi di aggiornamenti, premi e incentivi: il dipendente pubblico ha pari dignità di quello del settore privato e non va “bastonato” a prescindere, pena la paralisi della macchina pubblica per abbandono. Eventuali sacche di disonestà che possono riguardare una minoranza vanno estirpate come in qualunque altro ambiente.

E la riduzione delle fasce orarie della reperibilità durante la malattia del lavoratore va in questo senso. L’obbligo di stare a casa era stato esteso proprio dal ministro Brunetta che lo aveva dilatato in una sorta di “domiciliari” con orari che andavano dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18, creando non poche difficoltà all’ammalato. Oggi una sentenza del Tar del Lazio mette fine ad un regime di reperibilità così ristretto.

Il Tar del Lazio ha infatti emesso una sentenza che ha dichiarato che le fasce orarie di reperibilità per le visite mediche dei dipendenti pubblici devono essere ridotte da 7 a 4 ore.

Secondo i giudici amministrativi, l’attuale fascia oraria per i controlli nel settore pubblico, che va attualmente dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00, con l’obbligo di essere reperibili anche nei giorni non lavorativi e festivi, è incompatibile con quella del settore privato che è 10:00-12:00 e 17:00-19:00, la stessa che valeva in epoca pre-Brunetta anche per i lavoratori del “pubblico”.

Questa divisione, definitivamente ratificata, all’epoca, con decreto ministeriale Madia-Poletti, emanato durante il governo Gentiloni, non garantirebbe un’armonizzazione adeguata tra le discipline per il settore pubblico e privato.

Gennarino De Fazio, segretario generale della Uil Pa Polizia Penitenziaria, ha evidenziato che il Tar del Lazio ha accolto le loro richieste. Inoltre, il Tar ha chiarito che qualsiasi nuovo decreto dovrà tener conto della sentenza emessa.

Il sindacato auspica che la situazione possa essere risolta definitivamente politicamente e amministrativamente, con una revisione del decreto ministeriale che rispecchi le leggi vigenti, evitando ulteriori contenziosi legali.

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65 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Ma se una persona per un periodo di tempo resta a casa perché soffre di depressione (sotto cura), ci può essere un momento che vuole uscire giusto per respirare un po’, è sbagliato???

  2. Infatti non ho mai compreso questa disparità negli orari di visita fiscale tra pubblico e privato. Ma sappiamo bene tutti che Brunetta ne ha fatte di c……
    Ma sono ancora tante le cose da ridiscutere entrando nel merito della questione. Esempio: Se accidentalmente mi procuro una frattura al braccio e quindi non posso svolgere la mia mansione, perché mai non dovrei poter fare una passeggiata al parco? E se il braccio me lo fratturo sul posto di lavoro, quindi infortunio e non malattia, come mai sono esente dalle visite fiscali? Dov’è la differenza? Insomma, c’è ancora tanto lavoro da fare in merito…

  3. Ma se uno sta a casa perchè dice di essere malato o di star male, dovrebbe stare a casa tutto il giorno, e i controlli devono essere a sorpresa, anche di sabato e di domenica, sia per il pubblico che per il privato. Shylock the first

    • Se si è a casa da soli, non si é nemmeno liberi di addormentarsi, sacrosanto diritto per una persona che sta male o di andare in bagno con tranquillità. Praticamente stesso trattamento di un detenuto…

      • Quanto da te detto dimostra che tu, in galera, nn ci lavori. È un bene per te, rimarresti scioccato nel sapere quanto, il nostro Paese perbenista, lasci liberi i detenuti di “pascolare” nelle sezioni ( e non solo). L’idea dell’ipercontrollo da parte degli agenti è finito da un bel pezzo, e questo, come da copione già visto, ha generato tutta una serie di storture che, purtroppo, fanno del pianeta carcere un luogo dove le regole valgono solo per chi ci lavora. Altro che controllo sul detenuto!!!!!!

        • E non ci sono mai stato, non ho mai scritto di controlli costanti, ho scritto che se uno sta male deve stare a casa, punto. I controlli li faccio a che ora voglio e devo trovarti a letto se stai male, oppure in divano se si tratta di cose più banali, io credo nel libero arbitrio, ogni persona è libera di scegliere da sè il proprio agire, se ci sono delle regole vanno rispettate se si vuole vivere in società. Come ha scritto Dom bairo, pure io conosco persone che lavorano nel pubblico, e in malattia vanno a lavorare di sera, visto che non ci sono controlli, in alcuni bar e ristoranti. Shylock the first

        • Assistentecapocoordinatore, Lei è abituato a dare del Tu a tutti, ma quiì non siamo in Carcere, tra le altre cose deve sapere che mio zio ha lavorato come Guardia carceraria ( in tutte le carceri Italiane ) per 50 anni, conoscono molto bene chi sono e che cosa fanno, quindi come vede non si sa mai chi si ha davanti. Cordiali saluti Shylock the first

    • Uno che conosco, “in malattia”, è rimasto casa per 15 giorni di fila. Essendone capace, durante quei 15 giorni, si è ristrutturato il bagno e la cucina, tanto era malato.
      A buon intenditore….

    • La visita fiscale è atta ad appurare SOLO la malattia dell’impiegato e NON a controllare se è in casa perché in tal caso andrebbe a ledere alla propria libertà personale…ma quale a sorpresa e sorpresa…
      Poi quando il medico viene a “visitare” non conosce nemmeno la patologia e quindi chi,per esempio,soffre di problemi articolari spesso si ritrova a doversi far visitare da un oculista…MA VI SEMBRA NORMALE?

    • Mi sembri un po giustizialista ci sono mutue e mutue,interventi che non puoi lavorare per varie ragioni ma che non ti impediscono di uscire e così via un pochino di flessibilità mentale non fa male io ho avuto due infarti sono rientrata 15 giorni dopo l’intervento 3 stent non sempre stare i casa giova alla guarigione spesso può portare stress e depressione buona giornata

    • Ti auguro di stare sempre bene e di continuare a non capire cosa significhi stare male, come fai capire scrivendo questi pensieri. Non è una condanna che un malato deve subire. Ha già il malore. Gli arresti domiciliari per chi commette reato sono giustificati, eppure non trovano sempre esecuzione.

  4. Hanno sempre mortificato chi lavora… senza premialita’ ne meritocrazia…poi per i vitalizi è bastato un attimo, tra l altro a ferragosto, per votarla. Abbasso i fantuttoni a ca**i loro… e nn sarà mai tardi qnd ci sveglieremo e scenderemo in piazza

    • Be’ I politici che hanno attuato questa legislazione infausta, con disparità di trattamento tra dipendenti pubblici ve privati, mette in evidenza chiaramente, i pregiudizi che questi politici improvvisatori e poco attenti ai principi costituzionali hanno nei confronti dei lavoratori. Come si lavora nel pubblico si lavora bel privato non ci dovrebbero essere differenze!
      Uno Statale Piero

  5. Trovo che nel privato non sappiano nemmeno quanto si lavora in amministrazione di una scuola quali carichi enormi d lavoro e responsabilità . Tanto loro per qualsiasi cosa hanno il commercialista! Vorrei che qualche impiegato di banca si occupasse del personale della scuola. Ne vederemmo delle belle! Altro che a contare schei!

  6. Finalmente qualcuno se n’è accorto….il pubblico è stato sempre martoriato…..sia a livello stipendiale che lavorativo….basti pensare che oggi una persona deve fare più lavori in ufficio per mancanza di personale prendendo sempre lo stesso stipendio se non pure ridotto ….invece il privato oltre al lavoro aziendale fa anche quello in nero…..guadagnando il triplo …..

    • Se non ho patologie per le quali è indispensabile il riposo perché dovrei stare segregato in casa! Se ho un braccio rotto, a meno che padre Pio non me lo aggiusta in tempi rapidi cosa cambia se sto a casa o sono andato a comprarmi l’arrosto per cena. Qui c’è confusione e purtroppo si paga lo scotto per il furbetto che ad onor del vero esiste. Quale è la soluzione a parer mio? Per i malati dove non è compromettente per lo stato di salute l’uscita, devono loro raggiungere a chiamata l’ambulatorio per dimostrare l’evidenza della patologia, sgravando tra l’altro le spese per le uscite dei controlli fiscali. Gli altri a casa perché l’uscita aggraverebbe lo stato di salute e pertanto soggetti a restrizioni magari anche più severe, ma del resto se ho febbre chi se ne frega di uscire.

    • È assurdo dover avvisare la Direzione se si deve andare a farsi una medicazione in fascia visita fiscale ed è assolutamente assurda questa diseguaglianza. Siamo tutti lavoratori, quindi stesso trattamento per tutti. Stesso trattamento per la pensione e via discorrendo.
      Ma siamo in Italia e in Italia NON SI PUÒ O NON SI VUOLE FARE!!!

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