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Da Kandisky a Botero a Palazzo Zaguri: abbiamo visitato per voi la mostra

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Nonostante i disagi degli scorsi giorni, nemmeno l’acqua alta ha potuto fermare l’esposizione di opere così belle: è stata inaugurata ieri, 1 Novembre, nella cornice del palazzo storico di Palazzo Zaguri (Campo San Maurizio) la mostra ”Da Kandinsky a Botero. Tutti in un filo”.
L’esposizione vanta un centinaio di arazzi, tessuti da una delle ultime arazzerie italiane ancora attive: quella fondata nel 1960 da Ugo Scassa ad Asti. Il pubblico sarà accompagnato nella visita dalle spiegazioni del critico d’arte Vittorio Sgarbi.

35 sale espositive, quattro piani e un centinaio di opere (del valore di 50 milioni di euro, per le quali sono necessarie 500 ore di lavoro per metro quadro). Il percorso inizia dall’alto, dal quarto piano, dove, dopo un’affascinante scalinata, ad accogliere il visitatore è un video in cui lo stesso Ugo Scassa si presenta. Nella stanza seguente, si iniziano ad ammirare i primi tre arazzi alle pareti, che rappresentano opere di Paul Klee e Vassily Kandinsky.

Si cambia totalmente registro e ci si immerge nell’atmosfera romantica dei manichini e delle forma geometriche di Giorgio De Chirico, con i suoi ”Ettore e Andromaca” e ”Canto d’amore”. Ancora muri i protagonisti della stanza seguente, dove sono presenti due enormi arazzi del periodo storico della pittura murale, in particolare le opere di un artista dimenticato come Corrado Cagli, che si ritroverà anche in alcune delle successive sale.

Dopo la visione del conturbante tappeto a forma di rosa, si passa alla sala ”selvaggia” dedicata a Max Ernst, per poi proseguire con una parte della mostra che, almeno per l’inaugurazione, diventa anche interattiva: a dimostrare al pubblico come si lavora con il telaio per comporre questi stupendi arazzi, è la cognata del defunto Ugo Scassa.

Le sale seguenti sono tutte dedicate alle opere di Vassily Kandinsky, Joan Miro e la più suggestiva è quella dedicata ancora una volta a Corrado Cagli e al suo gigantesco ”Apollo e Dafne”, impreziosito e reso ancor più reale da una scultura in legno di Dafne, rappresentata con foglie vere sparse sul pavimento in aggiunta.

La mostra prosegue con altre opere più moderne tra cui la ”Venere” grassa di Fernando Botero (lavorazione dal 2008 al 2014), che merita una sala a parte e proseguendo nei piani sottostanti del palazzo, si potranno ammirare anche opere di Renzo Piano, amico di Ugo Scassa (disegni architettonici) e qualche sala dedicata anche a Salvador Dalì, Andy Wharol, Joan Mirò.

Piccolo spazio dedicato anche a Venezia. In particolare al Capitulare Samitariorum (Capitolo degli Sciamitieri), le regole dei professionisti tessitori di sciamiti, le stoffe più preziose del Medioevo e dei veludieri (coloro che lavoravano il velluto).

Una mostra particolarmente elegante, ricca di storia dell’arte contemporanea e di enorme valore. L’arazzeria Scassa infatti, è l’unica in Italia, una delle poche in Europa, ad aver prodotto e a produrre arazzi, basandosi su appositi ‘cartoni’, disegni dei più noti artisti contemporanei e il defunto maestro collaborò con i più grandi artisti del Novecento.

Alice Bianco

Foto di Sara Prian

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