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Crisi Grecia, Tsipras: “Votate no” e l’Europa chiude ogni dialogo

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Tsipras.
Ma Bruxelles non può muoversi senza l’Eurogruppo.
Per avviare un negoziato su un nuovo piano di salvataggio serve prima di tutto il suo via libera, implicitamente legato al via libera dei capi di Stato e di Governo.
Nonostante l’opposizione della Merkel a negoziare subito un terzo piano, Atene probabilmente avrebbe potuto strappare almeno un’apertura o un via libera preliminare. In cambio, però, avrebbe dovuto concedere qualcosa: il ritiro del referendum o quantomeno un cambio di schieramento, spingendo i greci a votare per il ‘sì’.

L’Europa teme la consultazione greca perché ne vede il significato esclusivamente politico visto che, dal punto di vista tecnico, il quesito non è nemmeno corretto perché “non è più sul tavolo”, come notava il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis.
Dunque una vittoria del ‘no’, sarebbe un vero e proprio rifiuto dell’Europa.
Tsipras, invece, ha deciso di tirare dritto per la sua strada e in un nuovo discorso alla Nazione ha rinnovato l’invito a un voto negativo, che “non significherebbe dire no all’Europa ma tornare a un’Europa di valori”.
Dopo il discorso del premier, le porte del dialogo si sono chiuse: “Gli aiuti alla Grecia sono sospesi dopo che Atene ha unilateralmente abbandonato il negoziato, e ora bisogna aspettare l’esito del referendum”, ha detto Merkel.
“La Commissione non avrà alcun contatto con il governo di Atene prima del referendum”, ha avvertito Juncker.
Crisi Grecia su tutti i fronti, dunque: anche l’Eurogruppo, impegnato su base quasi quotidiana nelle ricerca di una soluzione, congela i negoziati: “Abbiamo preso nota delle ultime proposte greche ma data la situazione politica e dato l’invito a votare ‘no’ del governo greco al referendum, non vediamo terreno per altre discussioni”, ha quindi chiuso il presidente Jeroen Dijsselbloem, annunciando la sospensione di tutte le consultazioni tra le istituzioni.

Redazione

02/07/2015

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