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Contro la violenza sulle donne. Ora parrucchiere ed estetiste hanno occhi e orecchie. Di Andreina Corso

San Donà - Violenza sulle donne: si amplifica l’osservazione: parrucchiere ed estetiste entrano nel progetto di cura.

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Oggi,  25 novembre, si celebra in tutto il mondo “La Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne”.
Cento nomi, cento volti, cento storie ferite. Cento vittime di omicidio di genere femminile contate dall’inizio anno al 26 ottobre 2021, il giorno in cui si è arrivati a questo tragico numero, ci informa l’Osservatorio Diritti.

E la storia che andiamo a narrarvi è una di quelle che rincuora, che si muove nell’immaginario della speranza, che ci dice che ci sono tante energie che si muovono in difesa delle donne picchiate e maltrattate.

Esemplare quella praticata a San Donà in un’iniziativa che ha coinvolto il Comune, l’Ascom-Confcommercio di San Donà-Jesolo, il Confartigianato della zona, l’Ulss 4, la Conferenza dei Sindaci del Veneto orientale e il Centro antiviolenza e antistalking “La Magnolia” di San Donà.

Il progetto si avvale del luogo che gran parte delle donne frequentano volentieri, la sala del parrucchiere, l’estetista, quel posto che invita a rilassarsi, a lasciare che qualcun altro si prenda cura di te, della tua tensione, delle preoccupazioni che ti affliggono e magari si mostrano mentre ti stanno lavando i capelli e sulla fronte si notano lividi viola, che cercavi di nascondere con la frangetta, forse. O mentre ti fanno la ceretta e non puoi evitare che le gambe mostrino i segni della violenza subita.

E allora parli, ti lasci andare, racconti tutto a una persona disponibile ad ascoltarti, una sconosciuta che si prende cura di te e alla quale affidi tutte le tue paure. E che ti vuole aiutare. Ti offre un aiuto. E se lo accetti, ti mette in contatto con la dovuta discrezione con il Centro La Magnolia, che lavora coadiuvato dalla regione convenzionata con l’Usl di riferimento. L’équipe opera con grande professionalità: avvocate, psicologhe, pedagogiste, educatrici, prestano consulenze gratuite e specializzate nella prevenzione e al contrasto della violenza fisica e psicologica subita dalle donne e dalle persone più fragili e deboli, come possono essere gli anziani e i bambini.

Il problema della violenza sulle donne, è talmente esploso nella coscienza collettiva, che ha coinvolto anche gli Enti e Associazioni di categoria, che hanno programmato un processo di formazione fra coloro che operano nell’ambito della cura alla persona e hanno ideato un programma di formazione per chi opera nel settore che coinvolgerà 200 persone e le scuole di formazione professionali della categoria. La novità, la buona novella, riguarda proprio l’ingresso delle parrucchiere, estetiste, manicure che diventano talvolta i primi testimoni oculari della violenza perpetrata sulle donne, che osservano, ascoltano, si prestano a consigliare, al bisogno, suggerire una consultazione con professioniste competenti e motivate all’aiuto.

Una professionalità sociale, affidata a competenze dedite all’osservazione e all’ascolto, come le parrucchiere o le estetiste, ci insegna a guardare la realtà a più dimensioni. Una donna che decide di affidarsi a La Magnolia, nata tredici anni fa con la Fondazione Ferrioli Bo, di San Dona’ di Piave che meritoriamente con i suoi gruppi di lavoro si occupa di numerosi progetti (ad esempio il pasto caldo per i senzatetto), che ne ha dato l’orientamento, prima del periodo pandemico che l’ha interrotto, e che ora intende riprendere e ampliare in tutto il Veneto orientale.

Con questa iniziativa cadono, e per fortuna, i pregiudizi sui parrucchieri e gli estetisti, sui saloni, che secondo un ragionamento equivoco e superficiale, sarebbero luoghi di non cultura. Eppure all’interno ci lavorano persone che tutti i giorni sono a contatto con donne di ogni età che hanno qualcosa da raccontare, da svelare. O che stanno in silenzio, raccontando ancor di più verità poi confidate.

Tante, troppe donne violate rivolgono a queste professioniste la preghiera di pettinarle in modo da celare gli effetti di un pugno in faccia, per nasconderlo ai figli, agli amici e ai parenti. In questi luoghi apparentemente neutri si consumano riflessioni e confessioni affidati a chi è abituato ad ascoltare e già si è fatto un’idea della complessità del vivere umano.
Ci sono tante scuole e non sempre quelle (apparentemente) meno titolate e considerate, sono inferiori ad altre. Lo narrano l’impegno profuso in questo progetto da chi ci lava e asciuga i capelli, da chi ci ascolta volentieri e sempre, nonostante la stanchezza e le tante ore in piedi. L’elemento umano è evidente.

Piace pensare a una rivoluzione copernicana nell’assunzione delle responsabilità, dove chi sente come un dovere civico, il poter contribuire alla difesa di una donna maltrattata, mette insieme tante e diverse competenze, tutte importanti, tutte paritarie e preziose per lenire e poi superare la sofferenza delle donne vittime di violenza.

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3 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Magnifico articolo Andreina!!! ❤️ Ed encomiabile iniziativa da replicare su tutto il territorio nazionale!! La fine della violenza contro le donne è affare di tutte/i, non solo delle donne. Solo cambiando cultura e il modo del “pensar comune” si può procedere, e sperare, al cambiamento di questa drammatica situazione che continua a restituirci un immagine di discriminazioni e violenze di vario genere perpetrate sulle donne con un triste conteggio, solo in Ialia, di una donna morta ogni due giorni per mano di un uomo violento. Giornate come il 25 Novembre non sono la soluzione ad un fenomeno che appare inarrestabile, ma sono importanti per la diffusione DELLA CULTURA DELLA NON VIOLENZA e DELLA DENUNCIA!!!

  2. Quanta verità è quanta voglia di rappresentare il desiderio di liberazione fisica e psichica di molte donne vittime di violenza. Bellissimo il progetto del dialogo del capire il detto e non detto, siamo donne e tra noi esiste una antica e imperativa solidarietà! C’è ancora un divario tra i temi trattati dalle donne e la politica che dovrebbe interpretarli. Lunedi scorso la ministra presentava alla Camera dei Deputati i provvedimenti contrastanti il femminicidio, ebbene su 630 deputati, solo 8 erano presenti!!! Rimbocchiamoci noi le maniche e continuiamo a lottare come stiamo facendo! Grazie Andreina Corso per la tua tenacia, passione, professionalità con cui ci accompagni nell’affrontare i problemi!

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