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Consumi in calo e crollo dei mutui a settembre

Famiglie in crisi a causa degli aumenti che stanno erodendo i risparmi, la tendenza è di spendere di più ottenendo di meno.

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Consumi in calo e crollo dei mutui a settembre, lo dice Nomisma, società per ricerche di mercato. Settembre ha portato con sé dati economici più preoccupanti del previsto, con una diminuzione significativa dei consumi che sta mettendo in allarme numerosi osservatori.
Nomisma ha registrato un crollo del 40% nelle erogazioni dei mutui per l’acquisto di case dall’inizio dell’anno, definendo la situazione una nuova emergenza. La società di ricerca ha evidenziato che il peso delle rate per chi ha finanziamenti a tasso variabile ha raggiunto livelli critici per tutte le fasce di reddito fino a 1.900 euro netti mensili, superando addirittura il 60% del reddito netto familiare a causa delle politiche restrittive della Banca centrale europea.

Da un lato, i tassi di interesse sono ai livelli più alti degli ultimi dieci anni, dall’altro l’effetto dell’aumento dei prezzi sta influenzando negativamente i consumi.
Confesercenti segnala che le risorse delle famiglie si stanno esaurendo, con una tendenza a spendere di più per ottenere meno.

Nel frattempo, l’Istat ha registrato a settembre 2023 un calo mensile delle vendite al dettaglio sia in valore (-0,3%) che in volume, raddoppiando così l’entità del declino. Il terzo trimestre ha mostrato una stabilità nella spesa per i consumi, interrotta da cinque trimestri consecutivi di crescita, ma le quantità acquistate stanno diminuendo a causa dell’inflazione. Rispetto a settembre 2022, al netto dei prezzi, i consumi reali sono scesi del 4,4% nonostante i pagamenti siano aumentati dell’1,3%.

Confcommercio, attraverso il suo ufficio studio, ha lanciato l’allarme per le prospettive di ripresa nei mesi finali del 2023, evidenziando segni negativi diffusi in tutti gli indicatori congiunturali, ad eccezione della sorprendente tenuta dell’occupazione. La Cna e le associazioni consumeristiche condividono la preoccupazione, chiedendo urgentemente misure per rilanciare la crescita.

Il Codacons stima un calo degli acquisti reali di 1.386 euro l’anno per famiglia e sottolinea che l’effetto caro-prezzi sembra inarrestabile. Anche il calo dell’inflazione a ottobre, scesa all’1,8%, non sembra sufficiente a salvare il commercio e i consumi, secondo il presidente Carlo Rienzi, poiché attribuisce la diminuzione dei prezzi al dettaglio a un mero effetto ottico causato dal crollo dei beni energetici.

La Coldiretti racconta il difficile percorso delle famiglie alla ricerca dei prezzi più bassi, con uno slalom tra negozi, supermercati e discount alla ricerca di promozioni. Le statistiche ufficiali confermano gli sforzi di risparmio degli italiani, che stanno spendendo di più solo per gli acquisti alimentari, ma le quantità acquistate sono comunque in diminuzione. Gli italiani si rivolgono maggiormente a supermercati e discount e meno ai negozi di piccole dimensioni. Anche l’ecommerce registra un calo delle vendite del 2,6%. Crollano gli acquisti di elettrodomestici, radio e tv, informatica, telecomunicazioni e telefonia, nonché abbigliamento, prodotti spesso acquistati online.

Non tutti gli osservatori, però, sono altrettanto pessimisti. Federdistribuzione riconosce la situazione di debolezza dei consumi nei dati di settembre ma segnala segnali positivi a ottobre per il comparto alimentare. Nel primo mese del patto anti-inflazione tra governo e imprese, i risultati dei prodotti a marchio proprio, su cui si sono concentrate molte promozioni delle catene, mostrano una crescita in volume del 5,4% e una diminuzione dell’inflazione su questi prodotti private label del 50%.

Anche il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, contribuisce a gettare una luce ottimistica sulla situazione, sottolineando che l’iniziativa del carrello tricolore con sconti sui prodotti di largo consumo ha contribuito a abbattere il tasso di inflazione da settembre (+5,3%) a ottobre (+1,8%).

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