C’è un’altra attività in Salizada San Canciano che non ha alcuna intenzione di arrendersi. Tra i bar e le rivendite di paccottiglia, la Coltelleria Lena resiste alla monocultura turistica nella sua storica, piccola bottega d’angolo.
Nata nel 1850 con Eugenio Lena e portata nel 1928 nell’attuale sede dal figlio Luigi, la Coltelleria ha visto nel 1979 l’arrivo del genero Franco Barisoni, che ha proseguito l’attività di vendita e affilatura con la tradizionale mola ad acqua.
E dal 2009 a gestire il negozio c’è la figlia Daniela, con papà Franco detto “El Gua” che conserva dietro le quinte la sua consueta mansione di arrotino.
“Avevamo offerte sia italiane che straniere per rilevare questo spazio e trasformarlo – racconta Daniela – ma da figlia unica mi sono sentita la responsabilità di prendere in mano l’attività, di non mollare. In una Venezia ormai standardizzata e preda di oggetti low-cost, l’unico modo per resistere è distinguersi con prodotti artigianali e di qualità”.
Con l’arrivo di Daniela, la Coltelleria si è rinnovata “La zona e la città si sono profondamente trasformate – continua la titolare – un tempo si lavorava di più con i residenti, ora la richiesta è cambiata: ai prodotti di sempre abbiamo affiancato il top della gamma dell’attrezzatura professionale per alberghi e ristoranti. Gli chef di oggi sono molto esigenti; si rivolgono a noi anche per l’affilatura degli utensili, che con la mola ad acqua non rischiano di bruciarsi e venire rovinati. A Venezia siamo rimasti gli unici arrotini: anche le vetrerie di Murano ci affidano la manutenzione dei loro strumenti”.
Ma qual è il rapporto con i turisti, in un momento in cui la capacità di spesa dei visitatori sembra ai minimi storici? “Avendo detto ‘no’ alle chincaglierie, siamo riusciti a distinguerci puntando ai collezionisti – spiega Daniela – nel 2014 abbiamo ideato un coltello che richiamasse il ferro della gondola, rigorosamente made in Italy, con lama in acciaio inox e manico in ebano, olivo o corno di bufalo indiano. Nel 2015 l’abbiamo presentato al ‘Premio Rolando Segalin’ di Confartigianato: vogliamo riportare in auge il souvenir di qualità, in grado di far ricordare Venezia ogni qual volta il visitatore lo debba utilizzare”. Altri negozi l’hanno richiesto, ma Daniela non ha mai acconsentito: “quel coltello per noi è come un figlio, ci siamo affezionati!”
Entra un signore di mezz’età alla ricerca di una mezzaluna per il prezzemolo; è italiano, ma dall’accento non sembra Veneziano. La titolare estrae lo strumento e, dopo una breve spiegazione sulla sua manutenzione, lo incarta e glielo porge, lui ringrazia, saluta e se ne va. “Abbiamo clienti affezionati che ci chiedono di affilare articoli presi da noi anche sessant’anni fa: sono ancora come nuovi! Ho personalmente allontanato fornitori stranieri che mi proponevano merce scadente bella solo all’apparenza; ma con l’esperienza trasmessami da mio padre, sono ormai in grado di riconoscere i materiali”.
Prima del 2009 Daniela aveva un altro posto di lavoro, ma continuare l’attività di famiglia è stata più che una vocazione: “Trattando articoli di qualità, ogni sera chiudo il negozio soddisfatta. Se avessimo venduto o cambiato merceologia, come mi sarei sentita? E soprattutto cosa ne sarebbe stato dei miei genitori?”
“Qui dentro c’è tutta la loro vita: nonostante siano in pensione, sono felici di continuare a collaborare. E con loro, sono felice anch’io. Sono sempre più convinta che sia stata la scelta giusta.”
Come sarebbe oggi Venezia se più commercianti avessero pensato e agito come Daniela?
Brava è da ammirare e da riproporre a qualche vecchio veneziano incerto sul da farsi