Francia e Germania, è ormai scontro europeo.
La Francia rivendica la libertà di poter pretendere flessibilità nei vincoli di bilancio, necessari per poter rilanciare la crescita e l’occupazione con gli investimenti pubblici.
La Germania persiste invece nel suo atteggiamento volto a imporre misure di austerità e rigore finanziario ai Paesi dell’eurozona in difficoltà finanziarie.
La Commissione europea di Bruxelles si è schierata con la cancelliera tedesca di centrodestra, Angela Merkel, frenando le aspettative del presidente francese, il socialista François Hollande, ma ormai il solco è stato tracciato.
Quanti altri paesei dell’Eurozona hanno alzato la testa negli ultimi tempi, affermando pure che uscire dal ‘patto’ non sarebbe la fine del mondo.
La Francia, nello specifico, ha annunciato, attraverso il suo ministro delle Finanze, il socialista Michel Sapin, di «rigettare l’austerità» raccomandata dalla Commissione ed ha esplicitamente citato il ciclo economico più negativo del previsto. Situazione fotocopia di quella italiana, dove si continuano ad applicare misure, passando attraverso governi diversi, per vedere sempre dati che allontanano la ripresa.
A Parigi non vogliono che tagli alla spesa pubblica aggravino ulteriormente la situazione, come è già stato visto in Grecia dopo aver seguito le indicazioni di Bruxelles.
Angela Merkel, ha subito replicato chiedendo al governo di Hollande di «fare i compiti a casa», che per lei significa applicare misure di austerità.
Su questo la cancelliera tedesca non ha intenzione di mostrare cedimenti per non far vacillare la credibilità dell’Eurozona, ma anche qui da noi cresce la frangia degli insoddisfatti, e l’insoddisfazione diviene rabbia ad esempio quando viene comparata l’età pensionabile (che in Italia è diventata la più alta tra quelle europee) e poi si parla di rilancio dell’occupazione per lo spaventoso dato della disoccupazione giovanile.
Paolo Pradolin
02/10/2014
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