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Chioggia Capitale della Cultura, un progetto che parte dalle 10 antiche Muse

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All’inizio del mese di febbraio, un post sul profilo di un concittadino, ha lanciato una accesa discussione.
Il tema era “Chioggia, capitale italiana della Cultura” per il 2024 e tanti sono stati i chioggiotti a commentare, chi approvando l’idea, chi appoggiandola e sostenendola, chi facendo il detrattore, non dando alla nostra bella e amata città nessuna possibilità non solo di vittoria ma neppure di poter competere con le altre in lizza.
L’autore del post è Pino Penzo, ora stretto collaboratore del direttore generale dell’ULSS 3 Serenissima Giuseppe dal Ben, e già presidente del consiglio comunale della nostra cittadina.
In vista della prossima campagna elettorale, che comincerà ed entrare nel vivo tra non molto, Penzo ha lanciato un sasso sperando che venisse raccolto.

Adesioni all’idea ce ne sono state molte da parte di semplici cittadini e da politici più o meno influenti e l’idea di riunire le migliori intelligenze del territorio per costruire un buon progetto di base ha cominciato a prendere forma.
Consci che Chioggia non ha nulla da invidiare ad altre realtà e di quanti abbiano idee da far avanzare per valorizzare le risorse culturali, storiche ed economiche che già fanno parte integrale della nostra città, un gruppo di studiosi ha cominciato quindi a darsi da fare, abbozzando un progetto che dovrebbe essere coinvolgente per tutta la città partendo dalle forze politiche che potrebbero sostenerlo e accompagnarlo all’iter per partecipare al bando.
Il fulcro di questo progetto comprende quattro figure ispiratrici: il già citato Pino Penzo, Raffaella Perini, Alessia Boscolo Nata e Matteo Doria, questi ultimi due tra i collaboratori di “Chioggia – rivista di studi e ricerche”.
Il documento è una bozza che si potrà integrare con le idee e le proposte migliori che potranno pervenire da tutti coloro che avranno la voglia di accettare la sfida e prendere a cuore questo progetto.
Potrebbe essere una provocazione, un’occasione per ridestare un orgoglio comune, in grado di far emergere la parte migliore di noi, dandoci la possibilità di gettare una volta per tutte le etichette che ci definiscono come un borgo retrogrado.

Si rende necessario, per poter partecipare al bando, non solo esporre le nostre risorse, quelle particolarità che ci caratterizzano, quelle che la città offre negli ambiti della storia, dell’arte, dell’ambiente e del territorio, ma il tutto deve essere esplicato in armonia, verso un fine ultimo comune, senza frammentazioni e dispersioni in modo innovativo, tenendo bene a mente il concetto di sostenibilità e non dimenticando mai, nel percorso, dell’importanza che avrebbe questa occasione per far conoscere Chioggia al resto del mondo, “un trampolino di lancio verso il futuro”.
Il fil rouge che unirebbe i vari aspetti della vita locale a cui si vorrebbe dare il giusto risalto è rappresentato dalle antiche Muse, divinità che rispecchiavano l’ideale supremo dell’arte, intesa come l’eterna magnificenza del divino.
E dieci saranno le Muse a cui si ispireranno i vari segmenti del progetto: sotto l’egida di Clio Clodiae si esprimerà la storia; Urania in Clodia attenderà all’astronomia e alla geometria; Clodia Melpomene sarà colei che supervisionerà il teatro nella tragedia, mentre Clodia Talia ne farà il controcanto nella commedia. La danza sarà nelle mani di Clodia Tersicore e il canto nella voce di Clodia Erato.
Clodia Calliope si esprimerà con la poesia, Clodia Euterpe con la musica mentre gli inni sacri saranno appannaggio di Polinnia in Clodia. Infine il cinema sarà l’ambito di Clodia Lux.

La bozza è pronta, l’idea è stata lanciata, molti concittadini stanno dimostrando di volerla cogliere e contribuire a questo progetto che potrebbe essere un punto di svolta per il futuro di una città che sente forte dentro di sè il desiderio di cambiare, mettendo alla prova i propri punti di forza e cercando di abbattere le proprie debolezze.

Micaela Brombo

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