Chat di classe con video pedo-pornografici e filonazisti: quella che inizialmente era nata come una comune chat, in cui gli studenti si scambiavano compiti e informazioni relative alla scuola, ha preso una svolta oscura e allarmante, diventando un hub per la condivisione di immagini pedofile e post che promuovono il fascismo e il nazismo. Inoltre, la chat era piena di barzellette di cattivo gusto sull’Olocausto e video che deridevano e insultavano due particolari insegnanti.
Alla fine tutto è stato scoperto da uno degli educatori presi di mira, una coraggiosa insegnante donna che ha prontamente segnalato il contenuto inquietante alle autorità locali. Ora, sei studenti del Liceo Vanoni di Menaggio, in provincia di Como, affronteranno gravi conseguenze legali perché la Procura dei Minori milanese ha sporto denuncia nei loro confronti.
Tra gli imputati ci sono cinque ragazze e un ragazzo, di età compresa tra i 14 e i 16 anni, che dovranno rispondere di diffamazione aggravata.
L’indagine è partita qualche mese fa quando un’insegnante ha saputo di alcuni interventi nella chat chiusa del gruppo WhatsApp. Questa chat comprendeva una ventina di studenti di diversi corsi come liceo scientifico, ragioneria, geometria e gestione alberghiera, ma nessun adulto ne faceva parte. Il gruppo si chiamava “Vanoni”, combinato con un insulto offensivo. Secondo i rilievi dei Carabinieri, solo sei studenti, quelli ora sotto accusa, avevano postato o condiviso contenuti illegali e offensivi, gli altri ricevevano e basta.
Questo comportamento riprovevole era andato avanti per tutto l’ultimo anno scolastico, da settembre 2022 allo scorso maggio.
A seguito della segnalazione del docente, la scuola ha convocato un consiglio di disciplina, che ha portato alla sospensione degli studenti responsabili. A seconda del grado di coinvolgimento, le sospensioni sono andate da due settimane a pochi giorni. L’incidente ha influenzato anche i voti di condotta degli studenti durante le loro valutazioni.
Successivamente, i Carabinieri di Menaggio hanno sequestrato i cellulari degli studenti, confermando le accuse mosse nei loro confronti. Gli studenti avevano pubblicato anche video pornografici espliciti, alcuni dei quali coinvolgevano bambini, che erano stati ricondotti a siti web su Internet. Inizialmente, si temeva che parte del contenuto potesse essere autoprodotto, ma si è scoperto che tutto è stato diffuso dagli stessi sei studenti.
In modo inquietante, la chat conteneva anche video che elogiavano il fascismo e il nazismo, insieme a meme che prendevano in giro le vittime dell’Olocausto, tutti pubblicati dallo stesso gruppo di studenti. Inoltre, la chat includeva video degli insegnanti, alcuni girati all’interno della classe, altri registrati all’esterno, spesso accompagnati da commenti offensivi. Tutto questo è avvenuto all’insaputa degli insegnanti.
È allarmante notare che per mesi nessuno degli altri studenti nella chat ha segnalato qualcosa di sbagliato. Solo quando il numero di posti inappropriati è aumentato e la situazione è degenerata, alcune informazioni hanno iniziato a emergere, raggiungendo infine l’attenzione dell’insegnante che ha avviato l’indagine.
Nonostante si trattasse di una chat “chiusa”, la diffusione pubblica di questo materiale è considerata giuridicamente significativa dagli investigatori. Gli studenti coinvolti dovranno ora affrontare le conseguenze legali delle loro azioni.
È rimasto un mondo che non conosce le sane e belle emozioni e vive di orrori, purtroppo le emozioni ed i sentimenti non si insegnano.
Orribile da non credere
14/16 anni’ alla loro ero a dir poco ingenua, povero mondo come si siamo evoluti… Ma in peggio!